Siria, dieci anni dopo ancora non si vede la fine del conflitto
In questi giorni ricorre il decimo anniversario dall’inizio del conflitto in Siria che ha causato circa 200.000 vittime solo tra i civili. Sebbene si sia ridotto lo scontro aperto, la sicurezza di milioni di civili e delle organizzazioni umanitarie che, come Oxfam, lavorano nel paese al fianco della popolazione continua ad essere minacciata. Al di là delle zone tornate sotto il controllo di Assad, in un paese ridotto a brandelli agiscono ancora una pluralità di attori: nel sud del Paese sono presenti ancora fazioni sostenute da paesi occidentali, tra Palmyra e Deir el-Zor quello che rimane dell’Isis, nel nord est i Kurdi, a nord una zona cuscinetto controllata dai turchi e i loro alleati, nel nord ovest, l’enclave di Idlib ancora in mano ai ribelli jihadisti.
Oltre l’80% viveva in povertà già prima della pandemia
Ancora oggi siamo di fronte a una guerra civile di cui non si intravede la fine, alla più grave emergenza profughi al mondo, a un paese da ricostruire dove, con l’impatto del Covid, milioni di famiglie lottano ogni giorno per sopravvivere. Basti pensare che già prima dello scoppio della pandemia oltre l’80% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà. Per molti pianificare il futuro sembra quindi impossibile e c’è il rischio reale che le cose peggiorino per centinaia di migliaia di siriani, se non impariamo dagli errori del passato.
Le donne sono le prime ad essere colpite
Per il popolo siriano le speranze di un ritorno a una vita che possa anche solo avvicinarsi alla normalità pre-conflitto restano un miraggio. A pagarne il prezzo più alto sono le fasce più vulnerabili della popolazione, per prime milioni di donne che in un’infinità di casi hanno perso tutto. Oxfam, in occasione dei 10 anni dall’inizio del conflitto, ne ha intervistate alcune centinaia in Siria, Libano e Giordania per capire come sono cambiate le loro vite. Ebbene ciò che è emerso, in tutta la sua drammaticità, è che ancora oggi il loro obiettivo è esclusivamente la sopravvivenza. Ogni giorno è ancora una lotta per mettere il cibo in tavola, trovare acqua pulita e sentirsi al sicuro.
L’impatto della guerra, il collasso economico dovuto alla pandemia e la mancanza di prospettive di ripresa continuano a negare a gran parte della popolazione i diritti più basilari: dall’istruzione ad una assistenza sanitaria in un paese dove metà delle strutture sanitarie sono state distrutte. Dall’indagine è, inoltre, emerso con chiarezza che tanti, tra coloro che hanno trovato riparo nei paesi di confine, non torneranno in Siria finché non ci sarà una pace duratura, si sentiranno al sicuro dal conflitto e sentiranno di poter avere un futuro nel proprio paese. Un futuro che preveda uno sviluppo economico che possa consentire di vivere dignitosamente.
Un paese in trappola
Senza una pace stabile di fatto oggi la Siria resta intrappolata in un limbo, con i governi dei paesi donatori che non riescono a mettere in campo una risposta umanitaria capace di contribuire davvero alla ricostruzione del paese. Al contrario si deve fare i conti con la continua minaccia di tagli negli stanziamenti, come nel caso delle recenti dichiarazioni del Regno Unito, che vorrebbe tagliare di due terzi il proprio contributo. Nonostante la comunità internazionale abbia fatto progressi nella gestione di una crisi umanitaria che ha costretto 12 milioni di persone a lasciare le proprie case – di cui 5,6 milioni nei paesi vicini come Libano (892.000, sottostimati), Giordania (656.000) e Turchia (3,6 milioni) e oltre 6,2 milioni che sono ancora sfollati all’interno del Paese – non è riuscita a incidere radicalmente sulla vita del popolo siriano. Soprattutto considerando che ancora oggi oltre 11 milioni di persone devono la loro sopravvivenza agli aiuti umanitari.
Necessario un cambio di passo nella risposta alla crisi, a partire dalla conferenza di fine marzo
È evidente quindi che in una crisi tanto complessa serva un ulteriore cambio di impostazione, che porti il popolo siriano a non dover dipendere unicamente dagli aiuti internazionali di breve termine. La comunità internazionale non può più esimersi dall’affrontarne le cause profonde: disuguaglianza, mancanza di protezione sociale e accesso ai servizi, ingiustizia di genere, e non ultimo il fatto che le voci delle comunità siriane non vengono ascoltate. Proprio su questo punto è fondamentale che gli attori umanitari, così come i donatori, prestino maggiore attenzione, stringendo con le comunità siriane accordi a lungo termine che contribuiscano davvero alla fine della crisi.
Anno dopo anno, la devastazione è cresciuta colpendo tutte le infrastrutture e i gangli vitali dell’economia. Continuare ad offrire unicamente una risposta umanitaria di corto respiro significa non rendere il popolo siriano protagonista del proprio futuro. Con il parziale arresto delle ostilità abbiamo di fronte la possibilità di fare di più, ma se trascorreremo un altro decennio a distribuire solo fondi umanitari di emergenza non ci sarà alcun cambiamento.
In altre parole, gli interventi di emergenza devono essere pianificati insieme a progetti di sviluppo a lungo termine. Ciò richiede un aumento di finanziamenti flessibili pluriennali, in grado sia di ripristinare i servizi essenziali che la ricostruzione del tessuto socio-economico, offrendo alle famiglie siriane occasioni di lavoro e quindi la capacità di poter contare su un reddito. Su questo l’Italia è allineata ed è ora importante che, in vista della prossima conferenza sulla crisi a Bruxelles il 29 e 30 marzo, convinca anche gli altri grandi donatori internazionali, mantenendo o magari aumentando, l’impegno finanziario degli ultimi anni.
La campagna di Oxfam al fianco del popolo siriano
Per contribuire ad alleviare le sofferenze del popolo siriano, Oxfam ha appena lanciato la campagna “Dona acqua, salva una vita”, con l’obiettivo di rafforzare la propria risposta umanitaria in Siria e in altre gravi emergenze umanitarie, per garantire acqua e servizi igienico-sanitari alle comunità più vulnerabili. Fino al 28 marzo con un sms al 45584 si può contribuire a fare la differenza per tanti.
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico
La Redazione
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Disagi in vista oggi in Lombardia per chi si sposta in treno. Dalle 3 di mercoledì 5 febbraio 2025 alle 2 di giovedì 6 il sindacato Orsa ha proclamato una giornata di sciopero che potrà generare ripercussioni al servizio Regionale, Suburbano, Aeroportuale e la Lunga Percorrenza di Trenord. Viaggeranno i treni con partenza prevista dopo le 6 e dopo le 18, con arrivo previsto entro le 9 ed entro le 21.
Nel caso di cancellazione dei treni del servizio aeroportuale, saranno istituiti bus senza fermate intermedie tra: Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto per il Malpensa Express. Da Milano Cadorna gli autobus partiranno da via Paleocapa 1. Stabio e Malpensa Aeroporto per il collegamento aeroportuale S50 Malpensa Aeroporto – Stabio.
Disagi in vista anche per chi viaggia in aereo con lo sciopero del personale delle aziende di handling associate a Assohandlers indetto dalla Flai Trasporti e Servizi.
Cagliari, 04 feb. - (Adnkronos) - È morto il principe Karim Aga Khan, fu lui il 14 marzo del 1962 a fondare il Consorzio Costa Smeralda e portare al centro del mondo un angolo di Sardegna. "Non abbiamo parole. Solo una: grazie", è il commento ufficiale del Consorzio. L'annuncio ufficiale della scomparsa arriva dall'Aga Khan Development Network. "Sua Altezza il principe Karim Al-Hussaini, Aga Khan IV, 49° Imam ereditario dei musulmani sciiti ismailiti e diretto discendente del profeta Maometto (pace sia con lui), è deceduto pacificamente a Lisbona il 4 febbraio 2025, all'età di 88 anni, circondato dalla sua famiglia". A breve è previsto l'annuncio del suo successore.
"I leader e lo staff dell'Aga Khan Development Network porgono le nostre condoglianze alla famiglia di Sua Altezza e alla comunità ismailita di tutto il mondo - si legge in una nota -. Mentre onoriamo l'eredità del nostro fondatore, il principe Karim Aga Khan, continuiamo a lavorare con i nostri partner per migliorare la qualità della vita degli individui e delle comunità in tutto il mondo, come lui desiderava, indipendentemente dalle loro appartenenze religiose o origini".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "La presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. Prima lo farà, prima potrà occuparsi dei gravi problemi del Paese e tentare qualche soluzione alla crisi industriale, al Pil che ristagna, alla sanità ormai alla deriva. Perda meno tempo nella comunicazione social e ne trovi per cose più gravi e urgenti. Chi la segue nei suoi video e poi legge la bolletta della luce e del gas comincia a chiedersi come mai tanta distanza fra la realtà e la rappresentazione che ne dà Meloni. Sulla vicenda Almasri ci metta la faccia, ma in Parlamento e non su X o Instagram. Solo così potrà chiudere una vicenda gestita male e conclusa peggio". Lo dice Daniela Ruffino di Azione.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Fdi e Lega all'attacco del Pd sull'inchiesta campana sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina che vede coinvolto il tesoriere regionale dem, Nicola Salvati, già sospeso ieri dal partito. "Siamo sconcertati da queste notizie che coinvolgono i 'buoni e generosi' del Pd. Se le accuse fossero confermate sarebbe gravissimo", attacca direttamente Matteo Salvini via social. Anche la premier Giorgia Meloni dedica un post alla vicenda sottolineando come l'inchiesta campana confermi "ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli". La premier garantisce: "Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità".
Non tarda la replica dei dem che, dopo aver sospeso ieri Salvati, oggi hanno incaricato il tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina, di assumere la gestione della tesoreria regionale. "Quanto al merito della vicenda, oltre ad averlo rimosso dall'incarico di tesoriere, dopo un secondo lo abbiamo immediatamente sospeso in via cautelare dall'anagrafe degli iscritti del Pd -sottolinea lo stesso Fina-. E' giusto il caso di osservare che una ministra della Repubblica, rinviata a giudizio per falso in bilancio e sotto indagine per truffa ai danni dello Stato, siede ancora tranquillamente al suo posto. Prego di notare le differenze".
Nella vicenda intervengono anche i 5 Stelle. Il capogruppo Riccardo Ricciardi va giù duro: "Per qualsiasi percorso di alleanza, nazionale o territoriale, ci vuole la massima intransigenza. Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 stelle faccia una pulizia totale in casa propria". Una 'pulizia' che in Campania la stessa Elly Schlein ha come obiettivo. Giuseppe Conte ricorda come "l'etica pubblica è fondamentale" per i 5 Stelle ma è su Meloni che il leader M5S batte, anche su questa vicenda. E a stretto giro ribatte via social al post della premier. "Non posso crederci: Meloni, davvero hai fatto un post per denunciare che l’'immigrazione non può essere lasciata in balia della criminalità'? Cioè tu scappi dal Parlamento per non spiegare agli italiani perché hai rimpatriato con volo di Stato un boia, con accuse di stupri di bambini, al centro dei traffici di migranti e oggi te ne esci con un post così? Ma davvero ti sei convinta che noi italiani siamo tutti idioti a eccezione di te, tua sorella e dei tuoi stretti sodali? Per farti tornare alla realtà ti allego due immagini: in una il criminale Almasri che scende dal volo di Stato, nell'altra una notizia di qualche mese fa dai comuni d'Italia".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni continua a fuggire dal parlamento preferendo parlare continuamente sui social, quasi fosse una influencer e non la Presidente del Consiglio. Manda i due ministri, Nordio e Piantedosi, che avevano fatto saltare la precedente informativa con una motivazione menzognera: siccome c'era il segreto istruttorio e per rispetto delle indagini, non avrebbero potuto partecipare. Mentivano sapendo di mentire". Così Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e portavoce di Europa Verde.
"Perché la Legge Costituzionale n°1 del 16 gennaio 1989, all'articolo 6, stabilisce in modo inequivocabile che il procuratore invia la denuncia al tribunale dei ministri senza svolgere alcuna indagine. È quindi evidente che gli interessati sapevano che non ci sono indagini e che non c'è alcun segreto istruttorio da rispettare. Infatti, domani i ministri Piantedosi e Nordio si presentano a Montecitorio per l'informativa. Si presentano per non far venire la premier Meloni: colei che ha accusato l'opposizione, in particolar modo Alleanza Verdi e Sinistra, di essere amici dei trafficanti di esseri umani".
"Ora l'Italia e l'opinione pubblica internazionale hanno la prova che lei è amica e complice dei trafficanti di esseri umani. Giorgia Meloni venga in Aula a spiegare perché! È ora di farla finita con il complottismo e il vittimismo da propaganda di Giorgia Meloni, che sparge sui social e nelle trasmissioni televisive amiche", conclude Bonelli.
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo Terminal Donato Bramante che, ci auguriamo, sarà pronto entro la seconda parte del 2025. Sarà una struttura completamente green che migliorerà l’esperienza dei crocieristi che vengono qui a Civitavecchia. Abbiamo inoltre completato l’impianto fotovoltaico del Terminal Vespucci, che quindi sarà interamente alimentato da energia rinnovabile. Stiamo lavorando sul rinnovamento del design del Terminal 10 per poi trasferirlo al 18 e che sarà dedicato alle navi boutique, a conferma della vocazione di Civitavecchia come hub europeo principale per questo genere di imbarcazioni". Ad affermarlo è John Portelli, Direttore Generale della Roma Cruise Terminal (Rct) alla conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – illustrando i molteplici interventi infrastrutturali che stanno rendendo il porto di Civitavecchia sempre più funzionale ed ecosostenibile.
"Ma ci sono altri progetti importanti che vedono il ripensamento di tutta l’area portuale di Civitavecchia – continua Portelli -, i nuovi varchi che saranno inaugurati nel 2025, il ponte che collegherà questa parte del porto con le banchine delle crociere. E poi, le nuove bitte di 300 tonnellate che sono piuttosto rare nei porti italiani e che sono fondamentali per dare flessibilità agli ormeggi, specialmente per le grandi navi che si fermano nel porto di Civitavecchia".
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Dopo aver superato la soglia dei 3 milioni di turisti in transito nel porto di Civitavecchia, l’anno scorso, traguardo mai raggiunto da nessun porto in Italia, oggi celebriamo il risultato di 3.459.000, un risultato importantissimo e straordinario, non solo su base nazionale, ma europeo e mondiale, visto che siamo secondi – e, ormai, di poco – solo a Barcellona, e contiamo di superarla in un paio d’anni, posizionandoci ormai tra i primi sei porti crocieristici al mondo". Ad affermarlo è Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in occasione della conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – per illustrare i dati delle crociere del 2024 e le prospettive di sviluppo del traffico crocieristico.
"Un altro dato importante – continua Musolino – riguarda anche l’effetto che le crociere turnaround, cioè che partono e arrivano a Civitavecchia hanno prodotto sui servizi di ricettività della città. Il 79% degli operatori di bed and breakfast o di alberghi dichiara che senza le crociere il loro lavoro sarebbe fortemente penalizzato. Parliamo di ristoranti, parcheggi fuori dal porto un’industria che produce tanto lavoro in molti settori”. Un indotto che non favorisce solo Civitavecchia, ma di cui beneficia, ovviamente, oltre alla città di Roma, meta di riferimento per i turisti delle crociere, anche tutto il territorio laziale. “In questi anni, siamo riusciti a mandare oltre 20.000 persone in località come Viterbo e Bomarzo", conclude il Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale.
non riesci a leggere ilfattoquotidiano.it perché hai negato i consensi relativi alla pubblicità. Per continuare a leggerci accetta i consensi o diventa nostro Sostenitore (in questo modo navigherai senza nessuna inserzione).
Ti ricordiamo che il nostro lavoro ha un costo ripagato dalla pubblicità e dai sostenitori. Il tuo aiuto è per noi indispensabile.
Se clicchi “Accetta i consensi” acconsenti in questo modo al trattamento dei tuoi dati personali mediante l'impiego di tutti i cookie presenti sul sito, fermo restando la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento. Navigherai in modo totalmente gratuito e potrai visualizzare fino ad un massimo di 5 articoli al mese, e vedrai la pubblicità. Che cosa sono i cookie?
Se clicchi su “Rifiuta e Sostienici” sottoscrivi un abbonamento Sostenitore a “ilfattoquotidiano.it”, al costo promozionale di 1€ al mese per 3 mesi. A decorrere dal quarto mese il costo dell'abbonamento diverrà di 5,99€ al mese, il tutto mantenendo le tue attuali impostazioni. Da abbonato potrai navigare senza alcun tipo di pubblicità.
Paolo Pezzati
Portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia
Diritti - 17 Marzo 2021
Siria, dieci anni dopo ancora non si vede la fine del conflitto
In questi giorni ricorre il decimo anniversario dall’inizio del conflitto in Siria che ha causato circa 200.000 vittime solo tra i civili. Sebbene si sia ridotto lo scontro aperto, la sicurezza di milioni di civili e delle organizzazioni umanitarie che, come Oxfam, lavorano nel paese al fianco della popolazione continua ad essere minacciata. Al di là delle zone tornate sotto il controllo di Assad, in un paese ridotto a brandelli agiscono ancora una pluralità di attori: nel sud del Paese sono presenti ancora fazioni sostenute da paesi occidentali, tra Palmyra e Deir el-Zor quello che rimane dell’Isis, nel nord est i Kurdi, a nord una zona cuscinetto controllata dai turchi e i loro alleati, nel nord ovest, l’enclave di Idlib ancora in mano ai ribelli jihadisti.
Oltre l’80% viveva in povertà già prima della pandemia
Ancora oggi siamo di fronte a una guerra civile di cui non si intravede la fine, alla più grave emergenza profughi al mondo, a un paese da ricostruire dove, con l’impatto del Covid, milioni di famiglie lottano ogni giorno per sopravvivere. Basti pensare che già prima dello scoppio della pandemia oltre l’80% della popolazione viveva sotto la soglia di povertà. Per molti pianificare il futuro sembra quindi impossibile e c’è il rischio reale che le cose peggiorino per centinaia di migliaia di siriani, se non impariamo dagli errori del passato.
Le donne sono le prime ad essere colpite
Per il popolo siriano le speranze di un ritorno a una vita che possa anche solo avvicinarsi alla normalità pre-conflitto restano un miraggio. A pagarne il prezzo più alto sono le fasce più vulnerabili della popolazione, per prime milioni di donne che in un’infinità di casi hanno perso tutto. Oxfam, in occasione dei 10 anni dall’inizio del conflitto, ne ha intervistate alcune centinaia in Siria, Libano e Giordania per capire come sono cambiate le loro vite. Ebbene ciò che è emerso, in tutta la sua drammaticità, è che ancora oggi il loro obiettivo è esclusivamente la sopravvivenza. Ogni giorno è ancora una lotta per mettere il cibo in tavola, trovare acqua pulita e sentirsi al sicuro.
L’impatto della guerra, il collasso economico dovuto alla pandemia e la mancanza di prospettive di ripresa continuano a negare a gran parte della popolazione i diritti più basilari: dall’istruzione ad una assistenza sanitaria in un paese dove metà delle strutture sanitarie sono state distrutte. Dall’indagine è, inoltre, emerso con chiarezza che tanti, tra coloro che hanno trovato riparo nei paesi di confine, non torneranno in Siria finché non ci sarà una pace duratura, si sentiranno al sicuro dal conflitto e sentiranno di poter avere un futuro nel proprio paese. Un futuro che preveda uno sviluppo economico che possa consentire di vivere dignitosamente.
Un paese in trappola
Senza una pace stabile di fatto oggi la Siria resta intrappolata in un limbo, con i governi dei paesi donatori che non riescono a mettere in campo una risposta umanitaria capace di contribuire davvero alla ricostruzione del paese. Al contrario si deve fare i conti con la continua minaccia di tagli negli stanziamenti, come nel caso delle recenti dichiarazioni del Regno Unito, che vorrebbe tagliare di due terzi il proprio contributo. Nonostante la comunità internazionale abbia fatto progressi nella gestione di una crisi umanitaria che ha costretto 12 milioni di persone a lasciare le proprie case – di cui 5,6 milioni nei paesi vicini come Libano (892.000, sottostimati), Giordania (656.000) e Turchia (3,6 milioni) e oltre 6,2 milioni che sono ancora sfollati all’interno del Paese – non è riuscita a incidere radicalmente sulla vita del popolo siriano. Soprattutto considerando che ancora oggi oltre 11 milioni di persone devono la loro sopravvivenza agli aiuti umanitari.
Necessario un cambio di passo nella risposta alla crisi, a partire dalla conferenza di fine marzo
È evidente quindi che in una crisi tanto complessa serva un ulteriore cambio di impostazione, che porti il popolo siriano a non dover dipendere unicamente dagli aiuti internazionali di breve termine. La comunità internazionale non può più esimersi dall’affrontarne le cause profonde: disuguaglianza, mancanza di protezione sociale e accesso ai servizi, ingiustizia di genere, e non ultimo il fatto che le voci delle comunità siriane non vengono ascoltate. Proprio su questo punto è fondamentale che gli attori umanitari, così come i donatori, prestino maggiore attenzione, stringendo con le comunità siriane accordi a lungo termine che contribuiscano davvero alla fine della crisi.
Anno dopo anno, la devastazione è cresciuta colpendo tutte le infrastrutture e i gangli vitali dell’economia. Continuare ad offrire unicamente una risposta umanitaria di corto respiro significa non rendere il popolo siriano protagonista del proprio futuro. Con il parziale arresto delle ostilità abbiamo di fronte la possibilità di fare di più, ma se trascorreremo un altro decennio a distribuire solo fondi umanitari di emergenza non ci sarà alcun cambiamento.
In altre parole, gli interventi di emergenza devono essere pianificati insieme a progetti di sviluppo a lungo termine. Ciò richiede un aumento di finanziamenti flessibili pluriennali, in grado sia di ripristinare i servizi essenziali che la ricostruzione del tessuto socio-economico, offrendo alle famiglie siriane occasioni di lavoro e quindi la capacità di poter contare su un reddito. Su questo l’Italia è allineata ed è ora importante che, in vista della prossima conferenza sulla crisi a Bruxelles il 29 e 30 marzo, convinca anche gli altri grandi donatori internazionali, mantenendo o magari aumentando, l’impegno finanziario degli ultimi anni.
La campagna di Oxfam al fianco del popolo siriano
Per contribuire ad alleviare le sofferenze del popolo siriano, Oxfam ha appena lanciato la campagna “Dona acqua, salva una vita”, con l’obiettivo di rafforzare la propria risposta umanitaria in Siria e in altre gravi emergenze umanitarie, per garantire acqua e servizi igienico-sanitari alle comunità più vulnerabili. Fino al 28 marzo con un sms al 45584 si può contribuire a fare la differenza per tanti.
Articolo Precedente
Nelle Forze armate sessismo e misoginia non sono ancora debellati, ma ci sono stati enormi passi avanti
Articolo Successivo
I disturbi specifici dell’apprendimento: così si sensibilizzano le imprese
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Guerra Russia-Ucraina, l’apertura di Zelensky: “Se questa è l’unica alternativa per portare la pace, allora sono pronto a negoziati diretti con Vladimir Putin”
Mondo
Netanyahu primo leader alla Casa Bianca da Trump. Il tycoon: “Via gli abitanti da Gaza. Stato palestinese? I piani cambiano col tempo”
Mondo
Millennium racconta gli operatori umanitari in guerra: 356 sono stati uccisi nel 2024, un record
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Disagi in vista oggi in Lombardia per chi si sposta in treno. Dalle 3 di mercoledì 5 febbraio 2025 alle 2 di giovedì 6 il sindacato Orsa ha proclamato una giornata di sciopero che potrà generare ripercussioni al servizio Regionale, Suburbano, Aeroportuale e la Lunga Percorrenza di Trenord. Viaggeranno i treni con partenza prevista dopo le 6 e dopo le 18, con arrivo previsto entro le 9 ed entro le 21.
Nel caso di cancellazione dei treni del servizio aeroportuale, saranno istituiti bus senza fermate intermedie tra: Milano Cadorna e Malpensa Aeroporto per il Malpensa Express. Da Milano Cadorna gli autobus partiranno da via Paleocapa 1. Stabio e Malpensa Aeroporto per il collegamento aeroportuale S50 Malpensa Aeroporto – Stabio.
Disagi in vista anche per chi viaggia in aereo con lo sciopero del personale delle aziende di handling associate a Assohandlers indetto dalla Flai Trasporti e Servizi.
Cagliari, 04 feb. - (Adnkronos) - È morto il principe Karim Aga Khan, fu lui il 14 marzo del 1962 a fondare il Consorzio Costa Smeralda e portare al centro del mondo un angolo di Sardegna. "Non abbiamo parole. Solo una: grazie", è il commento ufficiale del Consorzio. L'annuncio ufficiale della scomparsa arriva dall'Aga Khan Development Network. "Sua Altezza il principe Karim Al-Hussaini, Aga Khan IV, 49° Imam ereditario dei musulmani sciiti ismailiti e diretto discendente del profeta Maometto (pace sia con lui), è deceduto pacificamente a Lisbona il 4 febbraio 2025, all'età di 88 anni, circondato dalla sua famiglia". A breve è previsto l'annuncio del suo successore.
"I leader e lo staff dell'Aga Khan Development Network porgono le nostre condoglianze alla famiglia di Sua Altezza e alla comunità ismailita di tutto il mondo - si legge in una nota -. Mentre onoriamo l'eredità del nostro fondatore, il principe Karim Aga Khan, continuiamo a lavorare con i nostri partner per migliorare la qualità della vita degli individui e delle comunità in tutto il mondo, come lui desiderava, indipendentemente dalle loro appartenenze religiose o origini".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - "La presidente del Consiglio riferisca in Parlamento sulla vicenda Almasri. Prima lo farà, prima potrà occuparsi dei gravi problemi del Paese e tentare qualche soluzione alla crisi industriale, al Pil che ristagna, alla sanità ormai alla deriva. Perda meno tempo nella comunicazione social e ne trovi per cose più gravi e urgenti. Chi la segue nei suoi video e poi legge la bolletta della luce e del gas comincia a chiedersi come mai tanta distanza fra la realtà e la rappresentazione che ne dà Meloni. Sulla vicenda Almasri ci metta la faccia, ma in Parlamento e non su X o Instagram. Solo così potrà chiudere una vicenda gestita male e conclusa peggio". Lo dice Daniela Ruffino di Azione.
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - Fdi e Lega all'attacco del Pd sull'inchiesta campana sul favoreggiamento dell'immigrazione clandestina che vede coinvolto il tesoriere regionale dem, Nicola Salvati, già sospeso ieri dal partito. "Siamo sconcertati da queste notizie che coinvolgono i 'buoni e generosi' del Pd. Se le accuse fossero confermate sarebbe gravissimo", attacca direttamente Matteo Salvini via social. Anche la premier Giorgia Meloni dedica un post alla vicenda sottolineando come l'inchiesta campana confermi "ancora una volta quanto denunciato dal Governo: per anni, la gestione dei flussi migratori è stata terreno fertile per criminali senza scrupoli". La premier garantisce: "Continueremo a lavorare per ristabilire regole serie e legalità".
Non tarda la replica dei dem che, dopo aver sospeso ieri Salvati, oggi hanno incaricato il tesoriere nazionale del Pd, Michele Fina, di assumere la gestione della tesoreria regionale. "Quanto al merito della vicenda, oltre ad averlo rimosso dall'incarico di tesoriere, dopo un secondo lo abbiamo immediatamente sospeso in via cautelare dall'anagrafe degli iscritti del Pd -sottolinea lo stesso Fina-. E' giusto il caso di osservare che una ministra della Repubblica, rinviata a giudizio per falso in bilancio e sotto indagine per truffa ai danni dello Stato, siede ancora tranquillamente al suo posto. Prego di notare le differenze".
Nella vicenda intervengono anche i 5 Stelle. Il capogruppo Riccardo Ricciardi va giù duro: "Per qualsiasi percorso di alleanza, nazionale o territoriale, ci vuole la massima intransigenza. Ci auguriamo che chi vuole sottoscrivere un accordo con i 5 stelle faccia una pulizia totale in casa propria". Una 'pulizia' che in Campania la stessa Elly Schlein ha come obiettivo. Giuseppe Conte ricorda come "l'etica pubblica è fondamentale" per i 5 Stelle ma è su Meloni che il leader M5S batte, anche su questa vicenda. E a stretto giro ribatte via social al post della premier. "Non posso crederci: Meloni, davvero hai fatto un post per denunciare che l’'immigrazione non può essere lasciata in balia della criminalità'? Cioè tu scappi dal Parlamento per non spiegare agli italiani perché hai rimpatriato con volo di Stato un boia, con accuse di stupri di bambini, al centro dei traffici di migranti e oggi te ne esci con un post così? Ma davvero ti sei convinta che noi italiani siamo tutti idioti a eccezione di te, tua sorella e dei tuoi stretti sodali? Per farti tornare alla realtà ti allego due immagini: in una il criminale Almasri che scende dal volo di Stato, nell'altra una notizia di qualche mese fa dai comuni d'Italia".
Roma, 4 feb. (Adnkronos) - “Giorgia Meloni continua a fuggire dal parlamento preferendo parlare continuamente sui social, quasi fosse una influencer e non la Presidente del Consiglio. Manda i due ministri, Nordio e Piantedosi, che avevano fatto saltare la precedente informativa con una motivazione menzognera: siccome c'era il segreto istruttorio e per rispetto delle indagini, non avrebbero potuto partecipare. Mentivano sapendo di mentire". Così Angelo Bonelli, parlamentare di AVS e portavoce di Europa Verde.
"Perché la Legge Costituzionale n°1 del 16 gennaio 1989, all'articolo 6, stabilisce in modo inequivocabile che il procuratore invia la denuncia al tribunale dei ministri senza svolgere alcuna indagine. È quindi evidente che gli interessati sapevano che non ci sono indagini e che non c'è alcun segreto istruttorio da rispettare. Infatti, domani i ministri Piantedosi e Nordio si presentano a Montecitorio per l'informativa. Si presentano per non far venire la premier Meloni: colei che ha accusato l'opposizione, in particolar modo Alleanza Verdi e Sinistra, di essere amici dei trafficanti di esseri umani".
"Ora l'Italia e l'opinione pubblica internazionale hanno la prova che lei è amica e complice dei trafficanti di esseri umani. Giorgia Meloni venga in Aula a spiegare perché! È ora di farla finita con il complottismo e il vittimismo da propaganda di Giorgia Meloni, che sparge sui social e nelle trasmissioni televisive amiche", conclude Bonelli.
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Sono in corso i lavori per la costruzione del nuovo Terminal Donato Bramante che, ci auguriamo, sarà pronto entro la seconda parte del 2025. Sarà una struttura completamente green che migliorerà l’esperienza dei crocieristi che vengono qui a Civitavecchia. Abbiamo inoltre completato l’impianto fotovoltaico del Terminal Vespucci, che quindi sarà interamente alimentato da energia rinnovabile. Stiamo lavorando sul rinnovamento del design del Terminal 10 per poi trasferirlo al 18 e che sarà dedicato alle navi boutique, a conferma della vocazione di Civitavecchia come hub europeo principale per questo genere di imbarcazioni". Ad affermarlo è John Portelli, Direttore Generale della Roma Cruise Terminal (Rct) alla conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – illustrando i molteplici interventi infrastrutturali che stanno rendendo il porto di Civitavecchia sempre più funzionale ed ecosostenibile.
"Ma ci sono altri progetti importanti che vedono il ripensamento di tutta l’area portuale di Civitavecchia – continua Portelli -, i nuovi varchi che saranno inaugurati nel 2025, il ponte che collegherà questa parte del porto con le banchine delle crociere. E poi, le nuove bitte di 300 tonnellate che sono piuttosto rare nei porti italiani e che sono fondamentali per dare flessibilità agli ormeggi, specialmente per le grandi navi che si fermano nel porto di Civitavecchia".
Civitavecchia, 4 feb. (Adnkronos) - "Dopo aver superato la soglia dei 3 milioni di turisti in transito nel porto di Civitavecchia, l’anno scorso, traguardo mai raggiunto da nessun porto in Italia, oggi celebriamo il risultato di 3.459.000, un risultato importantissimo e straordinario, non solo su base nazionale, ma europeo e mondiale, visto che siamo secondi – e, ormai, di poco – solo a Barcellona, e contiamo di superarla in un paio d’anni, posizionandoci ormai tra i primi sei porti crocieristici al mondo". Ad affermarlo è Pino Musolino, Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale, in occasione della conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Comitato dell’AdSP – Molo Vespucci snc a Civitavecchia – per illustrare i dati delle crociere del 2024 e le prospettive di sviluppo del traffico crocieristico.
"Un altro dato importante – continua Musolino – riguarda anche l’effetto che le crociere turnaround, cioè che partono e arrivano a Civitavecchia hanno prodotto sui servizi di ricettività della città. Il 79% degli operatori di bed and breakfast o di alberghi dichiara che senza le crociere il loro lavoro sarebbe fortemente penalizzato. Parliamo di ristoranti, parcheggi fuori dal porto un’industria che produce tanto lavoro in molti settori”. Un indotto che non favorisce solo Civitavecchia, ma di cui beneficia, ovviamente, oltre alla città di Roma, meta di riferimento per i turisti delle crociere, anche tutto il territorio laziale. “In questi anni, siamo riusciti a mandare oltre 20.000 persone in località come Viterbo e Bomarzo", conclude il Commissario Straordinario dell’AdSP del Mar Tirreno Centro Settentrionale.