Bergoglio, dopo aver incontrato alla vigilia del suo viaggio in Iraq il priore Luciano Manicardi e il delegato pontificio Amedeo Cencini, ha deciso di prendere carta e penna per inviare una missiva alla fraternità piemontese. Pur non entrando nel merito della guerra tra il priore e il fondatore Enzo Bianchi, il Pontefice spiega: “Non lasciatevi turbare da voci che mirano a gettare discordia tra voi"
“Il Papa è accanto a ciascuno di voi. Sono ben al corrente di quanto in questi ultimi mesi le gravi difficoltà che avevano portato alla Visita apostolica e all’emanazione del Decreto singolare si sono purtroppo accresciute a causa del prolungato ritardo frapposto all’esecuzione delle decisioni della Santa Sede ivi contenute”. A scrivere al priore e ai fratelli e alle sorelle della comunità di Bose è il Pontefice. Bergoglio, dopo aver incontrato alla vigilia del suo viaggio in Iraq il priore Luciano Manicardi e il delegato pontificio Amedeo Cencini, ha deciso di prendere carta e penna per inviare una lettera di sostegno per quanto sta accadendo da circa un anno alla fraternità piemontese.
La missiva, datata 12 marzo, è giunta mercoledì a Bose ed è stata pubblicata stamattina sul sito della comunità con tanto d’immagine della copia autentica firmata dal Papa. Il capo della Chiesa esprime la sua solidarietà ai monaci e alle monache: “Desidero esprimervi di tutto cuore la mia vicinanza e il mio sostegno in questo periodo di dura prova che state attraversando per vivere con fedeltà la vostra vocazione”.
Pur non entrando nel merito della vicenda che da mesi registra una divisione nella comunità, una guerra tra il priore e il fondatore Enzo Bianchi oltre allo sconcerto nella Chiesa, il Pontefice spiega: “Non lasciatevi turbare da voci che mirano a gettare discordia tra voi: il bene dell’autentica comunione fraterna va custodito anche quando è alto il prezzo da pagare! Così come la fedeltà in tali momenti consente di cogliere ancor più la voce di Colui che chiama e dà la forza di seguirlo”.
E a mettere un punto sulla presunta difformità di vedute tra il Papa e il delegato pontificio è lo stesso Bergoglio che nella lettera precisa: “Anche la presenza accanto a voi del delegato pontificio, padre Amedeo Cencini e il suo operato in sintonia con il cardinale segretario di Stato sono segno della mia costante sollecitudine: non sentitevi abbandonati in questa tappa impervia del vostro cammino!”. La missiva è stata comunicata a tutti i monaci e le monache nel Capitolo mattutino prima di essere resa nota al pubblico.
Parole, quelle del Papa, che arrivano dopo l’ennesimo comunicato di padre Cencini in risposta a quello del fondatore in merito all’esecuzione del Decreto singolare del 13 maggio scorso che prevedeva per Enzo Bianchi un allontanamento da Bose e dalle sue Fraternità a tempo indeterminato. Uno scontro aperto sulle condizioni di questa “cacciata” considerate “disumane” da Bianchi e ritenute, invece, da Cencini “una soluzione per venire incontro alle difficoltà manifestate da fratel. Enzo”.
Intanto mercoledì sera per la prima volta il priore Luciano Manicardi, intervenendo in un webinar organizzato dalla Diocesi di Crema, sollecitato da una nostra domanda, è intervenuto sulla vicenda: “Di là delle accuse personali, la visita apostolica non è stata chiesta dalla Comunità ma da una quantità di testimonianze e segnalazioni arrivate a Roma da altri. Non è il momento questo di dire qual era la situazione che ha indotto alla visita apostolica”. Parole smentite da voci interne alla stessa comunità che confermano che lo stesso Cencini ha detto nel corso di un’assemblea che la segnalazione al Vaticano è arrivata anche da Bose.