I sigilli sono scattati nei confronti di Calogero Giambalvo, della moglie Ninfa Vincenzini e del loro prestanome Roberto Siragusa. I beni sequestrati sono costituiti da una azienda, un'abitazione, un capannone industriale, tre autovetture, numerosi rapporti bancari e una polizza assicurativa
Sequestro di beni per un milione di euro nei confronti di Calogero Giambalvo, ex consigliere comunale di Castelvetrano, città dell’ultimo superlatitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro. Il sequestro ha colpito anche la moglie di Giambalvo, Ninfa Vincenzini, e del loro prestanome Roberto Siragusa. È accaduto questa mattina, quando i carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani hanno eseguito un provvedimento emesso daalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani, su proposta della Dda di Palermo. I beni sequestrati sono costituiti da una azienda, un’abitazione, un capannone industriale, tre autovetture, numerosi rapporti bancari e una polizza assicurativa. Secondo gli inquirenti Siragusa è l’intestatario fittizio di un’azienda alla quale nel 2019 era stato affidato il servizio bar in occasione del “Torneo della Legalità” che si è svolto a Castelvetrano.
Giambalvo è stato imputato nel processo “Eden II” con le accuse di associazione mafiosa, risultando essere l’unico assolto insieme a Giuseppe “Rocky” Fontana. L’ex consigliere comunale è comparso anche davanti al Tribunale di Marsala per una tentata estorsione aggravata, reato per cui è stato anche condannato dal Tribunale di Trapani a settembre 2020. Il suo nome è emerso anche nell’indagine “Scrigno” che ha fatto luce sui legami tra politica e Cosa nostra trapanese.
Il collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa, marito della cugina del boss latitante Matteo Messina Denaro, lo ha indicato come il personaggio incaricato di tenere i rapporti tra le famiglie mafiose di Castelvetrano e Castellammare del Golfo.”Se io dovessi rischiare trent’anni di galera per nasconderlo, rischierei“, diceva Giambalvo nel 2016, riferendosi al boss latitante.