In un’intervista al settimanale F, la quarantenne attrice romana, compagna di Andrea Pezzi, scansa ogni possibile accusa di negazionismo, facendo dei distinguo: “Negazionismo sulla pandemia? I numeri hanno un gran vantaggio: non vanno interpretati"
Testimonial dei vaccini io? Ci pensino politici e tecnici. Ne è sicura Cristiana Capotondi. In un’intervista al settimanale F, la quarantenne attrice romana, compagna di Andrea Pezzi, scansa ogni possibile accusa di negazionismo, facendo dei distinguo: “Negazionismo sulla pandemia? I numeri hanno un gran vantaggio: non vanno interpretati. Però resto convinta che la nostra immagine di attori non debba spostare l’ago della bilancia: sono temi cruciali per la vita dei cittadini, le direttive chiare devono arrivare dalle figure competenti”.
Insomma, niente parata di star con l’ago della siringa AstraZeneca o Pfizer nel bicipite. Meglio il braccetto di presidenti, ministri e virologi. Tornata in auge dopo il successo della fiction su Chiara Lubich, fresco membro del Consiglio di amministrazione del Centro sperimentale di cinematografia, capo delegazione della Nazionale A di calcio femminile, Capotondi continua ad impegnarsi nel riconoscimento di una parificazione di trattamento nel mondo del lavoro sportivo e artistico tra donne e uomini. Intanto confessa che si piace “più adesso di quando avevo 25 anni” e parlando del rapporto con Pezzi, quindici gli anni di fidanzamento, spiega: “In questa dimensione di amore, affetto e affinità intellettuale sento che non ci manca nulla”.