Il governo Merkel e i Länder stanno valutando la possibilità di interrompere il piano di riaperture concordato solo due settimana fa. L'incidenza settimanale oggi è arrivata a 90 casi ogni 100mila abitanti, per ritrovare un valore così alto bisogna tornare al 2 febbraio scorso. Il Robert Koch Institut scrive che asili nido, scuole e posti di lavoro sono corresponsabili della ripresa dei contagi
La Germania rischia di tornare al lockdown duro, neanche un mese dopo aver cominciato ad allentare alcune restrizioni. Il simbolo del fallimento della strategia tedesca sono le 2.300 scuole per via dei contagi solo la settimana scorsa. La cifra, comunque parziale, registrata su 23mila istituti è stata divulgata oggi dalla Conferenza dei ministri dell’Istruzione. E si collega al campanello d’allarme lanciato dal Robert Koch Institut: il Covid si sta diffondendo in modo particolarmente veloce sotto i 15 anni, Nel suo ultimo rapporto, il Rki scrive che asili nido, scuole e posti di lavoro sono corresponsabili della ripresa dei contagi. Un aumento che sta appunto riportando la Germania verso una stretta generale: l’incidenza settimanale oggi è arrivata a 90 casi ogni 100mila abitanti. Per ritrovare un valore così alto bisogna tornare al 2 febbraio scorso.
Il governo di Angela Merkel e i Länder stanno valutando la possibilità di interrompere il piano di riaperture concordato solo due settimana fa. Nel prossimo vertice previsto lunedì 22 marzo, il lockdown in scadenza il 28 marzo potrebbe essere ancora protratto per un altro mese. D’altronde, era già stato stabilito che i nuovi allentamenti sarebbero scattati solo con un’incidenza sotto determinate soglie e che comunque le misure più restrittive sarebbero tornate in vigore con il ritorno sopra quota 100. Un valore ormai sempre più vicino, visto che in una settimana l’incidenza è già salita da 69,1 a 90 casi ogni 100mila abitanti. Oggi la Germania registra 17.504 nuovi casi, 3mila in più di giovedì scorso, con inoltre 227 morti in 24 ore.
L’incremento dei contagi è partito da metà febbraio in poi. In concomitanza, il governo centrale – pressato dai Länder – ha concesso le prime riaperture. In alcuni parti della Germania asili ed elementari sono tornate in presenza già dal 22 febbraio. Da lunedì 8 marzo in quasi tutto il Paese hanno riaperto la maggior parte degli istituti. Dopo sette giorni il bilancio è disastroso: stando ai numeri divulgati dagli stessi Länder, la settimana scorsa c’erano 28mila scolari in quarantena e 4mila risultavano colpiti dal virus (la settimana precedente erano 3000). In Germania gli scolari sono 11 milioni. Sul fronte degli insegnanti, sono stati registrati 929 casi e 3300 docenti sono in quarantena.
Oltre alla riapertura delle scuole – così come di parrucchieri, librerie, mercati di fiori e di giardinaggio – a contribuire all’aumento dei positivi è stata anche la variante inglese: secondo l’ultimo aggiornamento, i positivi alla mutazione sono il 72% del totale. In altre parole, viene rilevata in tre casi su quattro tra quelli diagnosticati. La settimana scorsa la variante inglese del Covid era presente nel 55% dei casi tedeschi. Per il virologo Christian Drosten la Germania “poco dopo Pasqua avrà una situazione come intorno al Natale“, quando registrò il picco di casi e di decessi giornalieri. Non un buon risultato, dopo tre mesi di lockdown.