La presenza dell'imprenditore padovano, laureato in ingegneria e fondatore di start up, nonché ex consigliere delegato di Confindustria Giovani di Padova, tra i nuovi 12 del Comitato tecnico scientifico ha destato non poco stupore. Si occupa di numeri della pandemia con alterne fortune: il suo "indice" a inizio febbraio dava il Veneto in zona bianca a fine mese. I nomi indicati da Palazzo Chigi, Protezione Civile, ministero della Salute e Regioni: nessuno dice di averlo scelto
Il rinnovo del Comitato tecnico scientifico, ridotto a 12 membri, e con molte new entry ha scatenato un paio di polemiche attorno ad alcuni nuovi esperti inseriti nel board che consiglia le strategie da adottare per la lotta alla pandemia. In parte per alcune uscite ‘riduzioniste’ degli scorsi mesi – è il caso del presidente dell’Aifa Giorgio Palù e di Donato Greco – e in un caso, quello di Alberto Giovanni Gerli, per via del ‘mistero’ che circonda la sua scelta. Non esattamente un cambio di passo. La presenza dell’imprenditore padovano, laureato in ingegneria e fondatore di start up, nonché ex consigliere delegato di Confindustria Giovani di Padova, secondo quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it sarebbe attribuibile per esclusione alla Presidenza del Consiglio. E il suo nome ha destato non poco stupore nella lista di 12 esperti nominati martedì sera con un’ordinanza dal capo della Protezione Civile Francesco Curcio, d’intesa con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Una lista di “appartenenti al campo scientifico-sanitario” e al “mondo statistico, matematico-previsionale o ad altri campi utili a definire il quadro della situazione epidemiologica e ad effettuare l’analisi dei dati raccolti necessaria ad approntare le misure di contrasto alla pandemia”.
A quest’ultima categoria, pare di capire, appartiene Gerli, amante del bridge e che si definisce “Big Data Scientist” su Linkedin e dall’inizio dell’emergenza Covid ha approntato e perfezionato un modello predittivo che, come fa notare Pagella Politica, si è dimostrato quantomeno impreciso in molte circostanze. L’ultimo esempio delle diverse analisi del suo “indice” che non hanno trovato riscontro nell’evoluzione della curva epidemica riguarda il Veneto: lo scorso 1 febbraio Gerli disse al Messaggero Veneto che la regione entro la fine del mese “quasi certamente entrerà nella zona bianca”. Non solo il Veneto non è mai diventato “bianco”, ma dal giallo del 28 febbraio è presto precipitato prima in arancione (8 marzo) e poi in zona rossa dallo scorso lunedì. L’imprenditore, molto attivo sui social e sul suo canale Youtube Data&Tonic, all’inizio dell’emergenza aveva scritto attraverso Twitter a Chiara Ferragni e Fedez chiedendo di “aiutarlo a far conoscere la sua scoperta” e il 4 aprile al governatore dello Stato di New York, prevedendo 130mila contagi al 30 giugno. Saranno oltre il triplo.
Gerli in questi mesi ha provato ad accreditare il suo “indice” in diverse occasioni attraverso la stampa, aprendo un portale – PredictCovid.com – del cui team fanno parte anche Stefano Centanni, direttore di Pnemuologia dell’ospedale San Paolo di Milano e finito nell’inchiesta sui concorsi truccati della procura di Firenze, l’epidemiologo Giovanni Sotgiu, membro negli scorsi mesi del Cts della Regione Sardegna, e Monica Miozzo della Statale di Milano. Ma chi e perché ha scelto l’imprenditore all’interno del Comitato tecnico scientifico, insieme a Franco Locatelli e Silvio Brusaferro? I nomi confluiti nella lista definitiva hanno quattro provenienze. Le Regioni hanno indicato come loro rappresentante il professore Sergio Abrignani, immunologo e membro del Consiglio superiore di Sanità, come ha confermato lo stesso presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini su Twitter. Gli altri nomi sono arrivati dalla Protezione Civile, che ha indicato Fabio Ciciliano, dal ministero della Salute e dalla Presidenza del Consiglio. Ilfattoquotidiano.it ha cercato tutti gli attori in campo chiedendo se Gerli sia stato un nome indicato da loro e, nel caso, perché la scelta in un ruolo così strategico sia caduta propria su di lui.
Dal dicastero guidato da Roberto Speranza negano che Gerli, un lontano passato in Accenture come business analyst, sia stato caldeggiato dalla Salute. Fonti della struttura di Curcio confermano che Ciciliano è stato l’unico nome in quota Protezione Civile. Resta la Presidenza del Consiglio: contattata, la struttura di Palazzo Chigi non ha né confermato né smentito che Gerli sia stato un nome suggerito dagli uffici del presidente Draghi, riservandosi un approfondimento. Rimane poco chiara la ragione della scelta di un imprenditore – con esperienze nel campo delle luci al led con la Arianna spa che nel 2017 si è aggiudicata una commessa per 50mila punti luce a Roma e poi fondatore della Tourbillon Tech – nel board di 12 persone che più di ogni altro accompagna le scelte del governo nell’approntare le misure di contrasto alla pandemia.
Un ruolo che in questi mesi è stato per certi versi ricoperto dal team di Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler, ente di ricerca con base a Trento, che ha spesso coadiuvato il Cts nell’analisi statistica. “Perché è in quella posizione?”, si chiede anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Il deputato si concentra anche su Palù e Greco, “che erano tra i firmatari della lettera cui con in estate dieci studiosi dichiararono ‘finita’ l’emergenza: sappiamo tutti cosa è accaduto poi”. Alcuni membri del nuovo Cts, chiesto a gran voce dalla Lega, fa notare Fratoianni, “fanno venire il dubbio che si sia voluto dare più spazio a coloro che nei mesi passati hanno sospinto un clima di sottovalutazione dell’emergenza sanitaria”.