Un freno d’emergenza, come un nuovo lockdown, per arginare l’epidemia di Covid e anche una misura d’emergenza come l’approvazione del vaccino russo Sputnik. La cancelliera, Angela Merkel, di fronte a una crescita esponenziale dei contagi in Germania, valuta tutte le opzioni. “La situazione sta diventando molto difficile. Abbiamo una crescita esponenziale e siamo molto vicini a un’incidenza settimanale di 100 nuovi contagi (su 100 mila abitanti) su base federale – ha spiegato Merkel in conferenza stampa a Berlino – È un bene che abbiamo concordato un freno di emergenza e purtroppo dovremo anche usarlo”.

In Germania sono 17.482 i nuovi casi diagnosticati di Covid-19 e altri 226 i decessi registrati. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria nel Paese sono 2.629.750 i contagi con 74.358 decessi, secondo i dati aggiornati riportati dall’Istituto Robert Koch. I casi attivi sono circa 153.700. “Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo diventare più veloci e flessibili nel vaccinare. Dal secondo trimestre vogliamo essere flessibili e veloci quanto si può”. La linea è “vaccinare, vaccinare e vaccinare”. Con i tre vaccini a disposizione, Pfizer-Biontech, Moderna e AstraZeneca abbiamo una buona base, ha aggiunto. Ma la guida dell’esecutivo, come aveva già fatto un mese fa, apre anche al vaccino russo Sputnik la cui rolling review da parte dell’Agenzia europea del farmaco che potrebbe dare il via libera a fine aprile. Ma forse è un’attesa troppa lunga per Berlino: “Ogni vaccino che viene autorizzato dall’Ema può essere utilizzato. Questa è per noi la strada preferenziale. Se non dovesse esserci un’autorizzazione, cosa che io non credo accadrà, sarebbe possibile percorrere una strada tedesca” ha spiegato la cancelliera, in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sullo Sputnik. La Merkel ha risposto anche una domanda sul vaccino Astrazeneca: “Mi lascerei vaccinare con AstraZeneca. Ma vorrei aspettare che sia il mio turno. – Intanto anche i medici di base inizieranno subito dopo Pasqua a vaccinare regolarmente contro il Covid. Nelle prime settimane saranno a disposizione però soltanto un milione di dosi.

Le decisioni che verranno sono presto spiegate. “Vediamo nelle terapie intensive che i pazienti già stanno cambiando, diventano più giovani” ha dichiarato il vicepresidente del Robert Koch Institut, Laus Schaade, in conferenza stampa con il ministro della Salute Jens Spahn. I numeri non sono ancora così alti come forse ci si sarebbe aspettati, ma con l’aumento dei contagi cresceranno: “A quel punto avremo decisamente più pazienti giovani nelle terapie intensive. Sono quelli meno protetti al momento”. Schaade ha messo in guardia: “Se pensiamo che adesso possiamo far correre la pandemia perché i più anziani sono vaccinati, vedremo una svolta nelle terapie intensive e nei casi di morte con molti più giovani coinvolti“.

Il punto è questo proteggere il maggior numero di persone, ma intanto pensare anche a nuove misure restrittive: “Non c’è in Europa vaccino sufficiente per fermare una terza ondata solo con la vaccinazione. Anche se le distribuzioni dalla Ue dovessero essere affidabili, passeranno ancora settimane finché i gruppi a rischio saranno vaccinati completamente“. L’aumento dei contagi “è chiaramente esponenziale” ha rincarato Schaade, mentre il virologo ed esperto di Salute del Spd Karl Lauterbach ha sottolineato che “siamo all’inizio di una fulminante terza ondata”. “La crescita dei contagi può significare che nelle prossime settimane non potremmo fare passi avanti verso le riaperture ma, al contrario, passi indietro” verso un nuovo lockdown duro ha lasciato capire Spahn. La Germania dal primo marzo ha cominciato a riaprire gradualmente in diversi settori dopo oltre due mesi di lockdown duro, ma l’emergere della terza ondata rende plausibile uno stop. La cosa migliore “perché l’opinione pubblica sia in grado di sopportare, governo federale e Laender dovrebbero concordare su una linea unitaria”.

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