Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto Sostegni da 32 miliardi di euro. L’incontro è slittato dalle 15.30 alle 18.30 a causa delle tensioni sul condono fiscale: a dividere le forze della maggioranza è stato lo stralcio delle cartelle e, dopo un braccio di ferro durato ben due ore e mezzo, è passata la proposta di mediazione sul nodo cartelle avanzata dal ministro Daniele Franco e del premier Mario Draghi. Dunque sì alla cancellazione di vecchie cartelle, ma solo con un reddito Irpef che non superi i 30mila euro. Il colpo di bianchetto sulle cartelle varrà fino al 2010, mentre inizialmente avrebbe dovuto coprire il periodo 2000-2015.
“Sì è un condono”, ha detto poi Draghi in conferenza stampa. Lo stralcio delle cartelle prevede un importo contenuto di 5.000 euro, “corrisponde ad un netto di circa 2.500 euro tra interessi e sanzioni varie”. E questo “permette all’amministrazione di perseguire la lotta all’evasione anche in modo più efficiente”. La norma sarà limitata ad una piccola platea, sotto un certo reddito “e forse con minore disponibilità economica. Avrà impatti molto molto limitati”. Dato l’accumulo delle cartelle, ha continuato il presidente del Consiglio “è chiaro che lo Stato non ha funzionato ed è importante che sia prevista una piccola riforma dei meccanismi di riscossione e discarico delle cartelle, il fatto di accedere a un condono oggi non avrebbe risolto il problema”.
“Sulla cancellazione delle vecchie cartelle esattoriali avevamo avanzato una proposta di assoluto buon senso e siamo molto soddisfatti che il governo le abbia dato seguito. Lo stralcio delle vecchie cartelle e la cancellazione di crediti ormai inesigibili è un’azione profittevole e giusta ma non deve essere l’ennesima occasione per far trionfare i furbi che non pagano in attesa di un nuovo condono”, così i dem Ubaldo Pagano e Gian Mario Fragomeli, capigruppo PD rispettivamente delle commissioni Bilancio e Finanze a Montecitorio. “Accelerazione targata Lega. 16 milioni di vecchie cartelle esattoriali finalmente cancellate, con l’impegno di proseguire con una più ampia pace fiscale entro aprile”, commenta invece il leader della Lega Matteo Salvini.
La scelta fatta dal Cdm di cancellare solo le cartelle più vecchie “fino al 2010”, in cui è più forte la concentrazione di debiti ormai inesigibili, e comunque non superiori ai 5000 euro, e di rendere la misura selettiva ‘solo per chi ha un reddito inferiore ai 30 mila euro, è una scelta importante che va incontro alla forte opposizione che come LeU abbiamo manifestato nei confronti di condoni generalizzati”, afferma la sottosegretaria di LeU Cecilia Guerra.
Il braccio di ferro in Cdm con Lega e Forza Italia – Nel corso del Consiglio dei ministri che ha preceduto il varo del decreto la versione iniziale del condono è stata contestata da più parti. Da un lato Pd e Leu avversi al provvedimento. Dall’altro Lega, Fi e parte del M5s lo giudicavano ancora poco incisivo. A protestare è stata soprattutto la delegazione del Carroccio: i leghisti hanno addirittura minacciato di non partecipare al Consiglio dei ministri e, poco prima dell’inizio della riunione, c’è stato un incontro tra Mario Draghi e la delegazione della Lega.
Secondo fonti di governo interpellate dall’agenzia Adnkronos sarebbe stato netto, e duro, il niet del presidente del Consiglio alla Lega. Draghi avrebbe affermato che la versione ipotizzata dalla Lega avrebbe avuto profili riconducibili all’evasione fiscale più che a un semplice condono. Alla fine c’è stata una mediazione, in cui Draghi e Franco sembrano aver avuto la meglio. In conferenza stampa, a chi gli domandava della Lega Draghi ha risposto: “Oggi è un momento di grande condivisione. E’ chiaro che tutti i partiti entrati in questo governo lo hanno fatto portandosi un’eredità di convinzioni e annunci fatti nel passato, tutti hanno bandiere identitarie, quindi si tratta man mano di chiedersi quali sono quelle bandiere identitarie di buon senso e quelle a cui si può rinunciare senza fare danno né alla propria identità né all’Italia”.
Perché non è una semplice “pulizia del magazzino fiscale” – Lega e Forza Italia sostengono che il condono è una semplice “pulizia del magazzino fiscale”, necessaria per ridurre la zavorra da circa mille miliardi di crediti non riscossi che ingolfa l’Agenzia delle entrate riscossione. Ma, come dimostra la stessa relazione tecnica del decreto, cancellare tutte le cartelle sotto i 5mila euro risalenti al periodo 2000-2015 non svuoterebbe affatto il magazzino. Verrebbero eliminate solo 61 milioni di cartelle su oltre 130 milioni e in pancia all’agente della riscossione resterebbero 75 milioni di ruoli per un valore contabile di 929 miliardi. Risultato ben diverso si otterrebbe, hanno fatto notare Pd e Leu, stralciare le cartelle davvero inesigibili, che sono circa il 90% del totale: non sarebbe un condono e in pancia all’Agenzia resterebbero solo i crediti ancora recuperabili.