È finita in procura la vicenda della tenente di vascello della Marina militare che la scorsa estate ha dato il via al balletto diventato in poco tempo virale, messo in scena nella Scuola sottufficiali di Taranto dai giovani volontari che avevano appena prestato giuramento. Il video era finito sul web facendo rapidamente il giro dei social. Dopo l’avvio di un procedimento disciplinare, ora l’ufficiale è indagata per “concorso in disobbedienza continuata pluriaggravata“, un reato previsto dal codice penale militare di pace. Nei prossimi giorni, assistita dall’avvocato Giorgio Carta, verrà interrogata nell’ambito dell’inchiesta aperta dalla dalla procura militare di Napoli. Il fatto risale al 6 agosto scorso. Subito dopo la pubblicazione della clip, l’ufficiale era stata messa sotto procedimento disciplinare della Marina, con l’accusa di aver gettato discredito sulla Forza armata. Lei, da parte sua, ha però sempre sostenuto di non aver fatto niente di male.
La vicenda è nota. Nel filmato si vedono le reclute inquadrate in plotoni nel piazzale della caserma. Quindi l’ufficiale entra in scena e, sulle note di Jerusalema, il successo dell’estate tanto di moda su Tik Tok, comincia a ballare. La tenente di vascello dà il ritmo e tutti quanti presto la seguono. Immediata la polemica scoppiata dopo la diffusione sui social del video. Tempo qualche giorno e nei confronti dell’ufficiale (ora in servizio nelle Marche) viene avviato un procedimento disciplinare per una lunga sfilza di irregolarità. Tra le accuse quella di aver violato le consegne e di uso improprio delle armi del reparto, imbracciate dai marinai durante il ballo con fare disinvolto. In definitiva, l’ufficiale è stata ritenuta responsabile di un comportamento “altamente lesivo dell’immagine” della Forza armata, per il “messaggio di grave superficialità” che verrebbe trasmesso. Non solo. Secondo l’accusa l’ufficiale sarebbe un “pessimo esempio” per i giovani che avevano appena prestato giuramento e che sono stati coinvolti in un balletto “deplorevole nella forma e nella sostanza”.
Al procedimento disciplinare l’ufficiale ha risposto con un ricorso al Tar, ma ora è tutto fermo perché, nel frattempo, la procura militare di Napoli ha aperto un procedimento penale per ‘disobbedienza’. Secondo l’accusa, non avrebbe obbedito agli ordini del comandante di reparto attinenti al servizio e alla disciplina. In particolare, “senza autorizzazione dei superiori gerarchici e in violazione delle disposizioni, ordinava dapprima agli allievi” di “effettuare un balletto sul brano ‘Jerusalema’, di Master KG” e, mentre i marinai “ballavano tale brano rimanendo inquadrati”, la tenente di vascello ordinava a un sottufficiale di riprendere tutto con il cellulare e di inviarglielo – “sempre senza autorizzazione dei superiori gerarchici” – via Whatsapp.
“La mia fiducia nei magistrati militari di Napoli non è di circostanza, ma sincera e basata sull’esperienza. Quindi sono certo – commenta l’avvocato Carta – che sapranno presto avvedersi del fatto che la mia assistita non ha commesso alcun reato, anzi, lo ribadisco, ha fatto sì che la Marina militare entrasse ancor più nei cuori degli italiani”. Già in occasione del procedimento disciplinare, il legale – che è un esperto di questioni militari – aveva sottolineato la correttezza dell’operato della sua assistita. Il periodo era particolare – il giuramento causa Covid si era svolto “a porte chiuse, senza la consueta partecipazione di parenti e amici” – e in questo contesto “l’ufficiale in questione, madre di un bambino piccolo e mossa dalle migliori intenzioni, ha solo cercato di rinfrancare lo spirito di tante giovani reclute sottoposte ad eccezionali precauzioni e ad isolamento dal resto del mondo. È stato solo un modo per far scaricare la tensione. L’adunata si è protratta soltanto tre minuti, non c’è stata nessuna violata consegna”. E tantomeno, dice oggi, un reato.