Non basta il vaccino ad alleggerire le regole nelle scuole. Anzi, in quest’ultime ore dall’Istituto superiore di sanità e dalle aziende territoriali sanitarie stanno arrivando indicazioni ai dirigenti scolastici per attuare misure più severe che valgono anche per i vaccinati. La presenza delle varianti ha convinto gli scienziati a prendere dei provvedimenti ancora più stringenti per quando si tornerà in classe.
Intanto il tema del distanziamento. Il documento dell’Iss del 13 marzo con le “indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da Sars-Cov-2 in tema di varianti e vaccinazioni” spiega che “non vi sono evidenze scientifiche che dimostrino la necessità di un incremento della distanza di sicurezza a seguito della comparsa delle nuove varianti virali; tuttavia, si ritiene che un metro rimanga la distanza minima da adottare e che sarebbe opportuno aumentare il distanziamento fisico fino a due metri”. Un’indicazione caldeggiata soprattutto quando viene rimossa la mascherina: è il caso della ricreazione quando i bambini per mangiare la loro merenda fanno a meno della protezione individuale. Nessun insegnante pensi, inoltre, di poter togliere la mascherina solo perché è stato vaccinato.
Ma non basta. In caso di un alunno positivo la quarantena scatta per tutti i compagni di classe che hanno frequentato la scuola nei giorni precedenti all’insorgenza dei sintomi e non più 48 ore prima. Lo stesso vale per gli insegnanti che sono contagiati. Ad oggi in caso di positività di un maestro o di un professore la classe non andava in quarantena perché non considerato contatto stretto mentre adesso sono considerati contatti stretti gli studenti delle classi in cui il docente ha svolto lezione nelle 48 ore antecedenti l’insorgenza dei sintomi o, se asintomatico, nelle 48 ore precedenti il tampone.
Una questione che diventa problematica dal momento in cui l’insegnante fa lezione in più classi di un istituto. Altra novità: nei plessi scolastici dove il 30% delle classi è coinvolta da almeno un caso di Covid (anche se non variante), oltre all’attivazione delle procedure di quarantena sopra descritte, l’Azienda sanitaria valuta in base alle caratteristiche del cluster (numero di classi e soggetti coinvolti, presenza di varianti, ecc.) la sospensione delle attività in presenza per l’intero plesso scolastico, la quarantena di tutti i soggetti che frequentano la scuola (ossia di tutti i bambini studenti, compresi quelli delle classi non interessate da casi) e l’effettuazione di uno screening completo mediante tampone dell’intero plesso.
Infine il tema della quarantena. Attualmente le indicazioni scientifiche prevedono l’effettuazione di un test molecolare dopo almeno tre giorni di assenza di sintomatologia. Se il test ha esito negativo il pediatra o il medico di medicina generale rilasciano l’attestazione di avvenuta guarigione con il nulla osta a rientrare a scuola. Ora invece al fine di limitare la diffusione di nuove varianti virali, per i contatti di caso Covid-19 sospetto o confermato con infezione sostenuti da variante, la quarantena non può essere interrotta al decimo giorno e deve essere effettuato un test molecolare al quattordicesimo giorno di quarantena.