Un altro vescovo messo alla porta, accusato di aver coperto abusi sessuali e preti pedofili. Papa Francesco ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi Alto Valle del Rio Negro, in Argentina, presentata da monsignor Marcelo Alejandro Cuenca Revuelta. Il caso argentino segue di pochi giorni il terremoto nella Chiesa tedesca, con i risultati dell’indagine sugli abusi nella diocesi di Colonia: è attesa per i prossimi giorni una presa di posizione del pontefice sulle rinunce dei prelati coinvolti.

Monsignor Cuenca da tempo era stato duramente criticato in Argentina per aver fornito protezione nella sua diocesi al sacerdote Luis Alberto Bergliaffa che era stato condannato dalla Chiesa per abusi sessuali contro una ragazza. Il vescovo si era sempre difeso affermando di avere accolto quel sacerdote perché lo conosceva da venticinque anni e sapeva quale era stato il suo operato nel corso degli anni. Lo stesso vescovo aveva ricevuto anche dure critiche – secondo quanto riferisce la stampa argentina – quando aveva nascosto i dettagli del trasferimento di un prete che in seguito è stato condannato a otto anni di carcere per abusi sessuali contro un minore.

Nel 2020, a causa del levarsi delle proteste all’interno della diocesi, il Vaticano aveva deciso una visita apostolica per verificare i fatti. L’esito di quella “ispezione” arriva oggi, con monsignor Cuenca che a 66 anni, ben nove anni prima dall’età del “pensionamento” dei vescovi, lascia la guida della diocesi. Era vescovo dell’Alto Valle da quasi undici anni ed era stato nominato da Benedetto XVI. Al suo posto il Papa avrebbe nominato un amministratore apostolico, monsignor Alejandro Pablo Benna, secondo quanto riferito da fonti della Chiesa argentina, anche se dal Vaticano non è arrivata la comunicazione di questa decisione contestualmente a quella delle “dimissioni” di Cuenca.

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