Beppe Grillo ha chiesto rispetto per gli esponenti 5 stelle, a suo dire maltrattati dai conduttori televisivi delle trasmissioni alle quali partecipano. La lista delle malefatte dei conduttori compilata da Beppe Grillo è lunga: gli inquadrano i calzini, li interrompono, gli danno la parola per un tempo inferiore a quello dei loro avversari, etc. Per carità, colpe molto gravi; ma stupisce che l’accusatore non possa vantare uno specchiato passato di rispetto dell’avversario: a mio parere Beppe Grillo ha costruito il M5S sull’attacco sistematico e sulla denigrazione di tutti gli avversari, politici e non, al punto di collezionare varie condanne per diffamazione. E non vale dire che alcune di queste precedevano la fondazione del M5S perché Gianroberto Casaleggio scelse Beppe Grillo come frontman proprio per la fama costruita in decenni di spettacoli.

Ricordiamo qualche episodio, a beneficio dei lettori più giovani. Ricordiamo ad esempio gli attacchi a Rita Levi Montalcini, Premio Nobel e Senatore a vita, all’epoca già ultranovantenne, e al Prof. Franco Battaglia: “Beppe Grillo condannato per diffamazione aggravata del professore dell’università di Modena Franco Battaglia. […] Grillo è stato condannato a un anno di reclusione per diffamazione aggravata dalla recidiva per la precedente condanna, sempre per diffamazione, ai danni del premio Nobel Rita Levi-Montalcini, definita -vecchia p…-“, e accusata di essersi fatta comprare il Nobel dalle industrie farmaceutiche. Sarebbe bello poter dimenticare, se soltanto fosse possibile dimenticare per sempre anche Beppe Grillo; ma poiché Grillo è attivo in politica, ricordare è un dovere. Gli episodi di insulti minori sono così numerosi che ricordarli tutti è impossibile: da Veronesi/Cancronesi a Bersani/Gargamella a Napolitano/Morfeo, etc. Qualunque lettore con minimo uso di Google ne può trovare infiniti.

Sarebbe facile affermare che Grilllo e i suoi seguaci il rispetto dovrebbero meritarselo, e per me non lo meritano; ma questa linea di pensiero sarebbe riduttiva rispetto alla reale gravità di quello che succede sotto i nostri occhi. Alla fin fine, il punto non è che Grillo predica bene e razzola malissimo. Il punto è invece che Beppe Grillo, quando sembra predicare bene, adotta una strategia propagandistica da attore consumato che alterna attacchi veementi agli avversari, reali o presunti (attaccare gli scienziati è un modo per attaccare l’impianto costruttivo delle nostre società, che vivono di tecnologia) con le pretese di essere vittime di “poteri forti” che quando ti intervistano ti inquadrano i calzini. Questa propaganda va smascherata per quello che è: un tentativo di guadagnare il favore del pubblico presentando il lupo come se fosse l’agnello.

Di fronte ad una critica come questa è facile prevedere che i sostenitori del M5S opporranno la loro difesa consueta: Beppe Grillo sarà pure un pregiudicato, ma non è un esponente del M5S e comunque gli altri partiti sono peggio. Non c’era forse nella DC chi trescava con la mafia? A parte l’ovvia considerazione che il menopeggismo è un argomento debole, bisogna fare questa riflessione: nella DC c’era chi trescava con la mafia, ma c’erano pure fior di galantuomini (e mi spiace che non ci sia un termine equivalente per le donne): visto che quest’anno ricorre il quarantesimo anniversario della scoperta della loggia P2 mi piace ricordare l’On. Tina Anselmi, DC ed ex partigiana, che guidò a suo tempo la commissione parlamentare d’inchiesta. Nel M5S purtroppo non c’è nessuna Tina Ansemi a bilanciare gli insulti di Beppe Grillo e i misteri dei due Casaleggio; al massimo c’è Giuseppe Conte che non insulta nessuno ma neppure si dissocia da Beppe Grillo e dagli altri suoi colleghi che lo fanno.

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