Nessun virus inattivato. E neanche pezzi di Dna. Il vaccino sviluppato da Medicago, società biofarmaceutica canadese, e la britannica GlaxoSmithKline (Gsk) è di origine vegetale ed è pronto a entrare nell’ultima fase di sperimentazione. Le autorità regolatorie canadesi e statunitensi, infatti, hanno dato l’approvazione a procedere con l’arruolamento di adulti sani nella parte di fase 3 dello studio, sulla base di risultati intermedi positivi di fase 2. Lo studio arruolerà fino a 30.000 soggetti inizialmente composti da adulti sani (dai 18 anni ai 65 anni), seguiti da adulti anziani (dai 65 anni in su) e adulti con comorbidità. La sperimentazione si svolgerà in dieci paesi, a partire dal Canada e dagli Stati Uniti.
Il candidato vaccino di origine vegetale di Medicago utilizza la tecnologia Coronavirus-Like-Particle (CoVLP) con il vaccino composto da glicoproteina ricombinante (S) espressa come particelle simili a virus (Vlp), co-somministrate con l’adiuvante pandemico di Gsk. “In pratica, questo vaccino utilizza una tecnologia di produzione basata sulle piante”, spiega Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Igm). “Si tratta, cioè, di produrre queste particelle pseudo-virali, fondamentalmente una struttura di lipidi con la proteina Spike del coronavirus, senza alcun materiale genetico, utilizzando come bioreattori delle piantine”, aggiunge. In realtà, non è un’idea nuova. “È una tecnologia matura, già utilizzata in passato per produrre anticorpi monoclonali contro l’Ebola”, precisa Maga. “Questo vaccino deve essere somministrato due volte a tre settimane di distanza, e nelle prime due fasi di sperimentazione clinica – continua – ha mostrato la capacità di indurre anticorpi nelle persone vaccinate. Nella fase III, che sta per partire, si valuterà se questi anticorpi sono effettivamente in grado di proteggere dall’infezione”.
Il candidato vaccino, in combinazione con l’adiuvante pandemico, ha ottenuto la designazione Fast Track dalla Food and Drug Administration (Fda) statunitense lo scorso mese. La designazione Fast Track consente all’agenzia regolatoria Usa di accelerare lo sviluppo e la revisione di nuovi farmaci e vaccini destinati a trattare o prevenire condizioni gravi e affrontare un bisogno medico insoddisfatto. “La decisione della Fda di concedere la designazione Fast Track per il candidato vaccino di Medicago ci aiuterà ad accelerare i nostri sforzi per portare sul mercato il primo vaccino Covid 19 derivato da piante, soggetto ad approvazione normativa”, dichiara Carolyn Finkle, Chief operating officer di Medicago. “Siamo grati alla Fda e non vediamo l’ora di continuare a lavorare con loro mentre procediamo con i nostri studi clinici, la domanda pianificata per l’autorizzazione all’uso di emergenza e l’eventuale processo di domanda di licenza del vaccino”, aggiunge.
Se tutto andrà secondo i piani avremo a disposizione una soluzione vaccinale molto interessante. “La capacità di poter utilizzare questi bioreattori vegetali – spiega Maga – aumenta sicuramente la semplicità di preparazione del vaccino e quindi può consentire, non soltanto di produrre molte dosi, ma anche di avere un vaccino con un profilo di sicurezza, almeno sulla carta, decisamente favorevole. Le particelle usate non contengono acidi nucleici, non sono virus, ma solo mezzi per fare arrivare la proteina Spike alle cellule, in modo che queste possano innescare la risposta immunitaria di protezione”. Ora bisogna solo aspettare. “Staremo a vedere come procederà la sperimentazione”, dice lo scienziato del Cnr. “Sarebbe certamente una buona notizia se un vaccino basato su anche un nuovo principio, rispetto a quelli già approvati, potesse aggiungersi alla filiera delle soluzioni attualmente in offerta”, conclude.
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