Nella settimana dall’8 marzo al 14 marzo 2021il dato è "in controtendenza rispetto all’andamento dell’epidemia nella popolazione generale che ha mostrato una recrudescenza nelle ultime settimane di febbraio e inizio marzo", spiega l'Istituto Superiore di Sanità. Flettono anche i decessi tra la fine di gennaio e marzo
Cala l’incidenza della malattia fra i residenti e gli operatori, cala il numero di residenti isolati e anche, se in misura ancora minore, flettono anche i decessi. Tradotto: nelle strutture residenziali per anziani si iniziano a vedere i primi effetti delle vaccinazioni anti Covid-19. Lo dimostra la seconda edizione del report di sorveglianza sulle strutture realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero della Salute, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e l’ARS Toscana.
Al monitoraggio hanno partecipato 833 residenze per un totale di 30.617 posti letto disponibili dal 5 ottobre 2020 al 14 marzo 2021. Di queste, 345 erano strutture residenziali per anziani non autosufficienti, per un totale di 15.398 posti letto. “L’incidenza settimanale di Covid-19 nelle strutture residenziali è aumentata marcatamente nei mesi di ottobre e novembre, in corrispondenza della seconda ondata epidemica, e nel mese di novembre 2020 ha raggiunto un picco del 3,2% nelle strutture residenziali per anziani e del 3,1% in tutte le strutture residenziali, in linea con quanto osservato nella popolazione generale”, scrive l’Iss sottolineando che “l’incidenza si riduce invece dopo l’inizio della campagna vaccinale”. Nell’ultima settimana di febbraio e nelle prime settimane di marzo si raggiungono valori sovrapponibili o inferiori a quelli registrati nella prima settimana di ottobre, ovvero lo 0,6% nelle strutture residenziali per anziani e del 0,5% in tutte le strutture residenziali nella settimana dall’8 marzo al 14 marzo 2021. “Questo dato è in controtendenza rispetto all’andamento dell’epidemia nella popolazione generale che ha mostrato una recrudescenza nelle ultime settimane di febbraio e inizio marzo”, spiega l’Istituto Superiore di Sanità.
Un “simile andamento” ha avuto l’incidenza di casi di Covid-19 tra gli operatori sanitari delle strutture residenziali, con un “declino” nel numero di nuovi casi “dopo l’inizio della campagna vaccinale e più evidente nelle ultime settimane di febbraio e inizio marzo 2021”, certifica il report di sorveglianza ricordando che “gli operatori sanitari, così come i residenti delle strutture sanitarie, hanno avuto accesso prioritario alla vaccinazione”. Analogamente, si legge sempre nel report, è stata osservata anche una “notevole riduzione della percentuale di residenti gestiti settimanalmente con procedure di isolamento dopo l’inizio della campagna vaccinale”. Nell’ultima settimana di monitoraggio (dall’8 marzo al 14 marzo 2021), il 6,5% dei residenti nelle strutture residenziali per anziani e 5,8% dei residenti in tutte le strutture residenziali sono stati gestiti con procedure di isolamento, contro il picco del 16,2% e del 15,3% osservato nel mese di novembre 2020.
L’Istituto Superiore di Sanità sottolinea poi che anche i decessi “appaiono aumentare nel mese di ottobre 2020, sino a raggiungere un picco nella settimana dal 9 al 15 novembre, con circa l’1,3% dei residenti di strutture per anziani non autosufficienti e lo 0,9% per tutte le strutture” e “un picco equivalente si registra nella prima settimana di gennaio”. Mentre si osserva un calo nel numero di decessi complessivi “tra la fine di gennaio e marzo 2021, fino a raggiungere lo 0,6% dei residenti di strutture per anziani non autosufficienti e lo 0,4% per tutte le strutture nella settimana dall’15 al 21 febbraio 2021″.