Nell’ultima puntata del talk di La7, il conduttore è infatti tornato a occuparsi del cosiddetto Ares Gate, svelando altri dettagli, tra cui una drammatica lettera inedita scritta da Losito
«Ma quale gabbia dorata? Tarallo e Losito non mi hanno mai imposto niente». Mentre in Procura a Roma continua la sfilata dei testimoni vip chiamati dal pm Carlo Villani nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta istigazione al suicidio dello sceneggiatore Teodosio Losito, Manuela Arcuri spiega la sua versione dei fatti da Massimo Giletti a Non è l’arena. Nell’ultima puntata del talk di La7, il conduttore è infatti tornato a occuparsi del cosiddetto Ares Gate, svelando altri dettagli, tra cui una drammatica lettera inedita scritta da Losito.
MANUELA ARCURI NEGA L’ESISTENZA DI UNA SETTA
L’intervista di Manuela Arcuri parte da una premessa basilare: «Non c’era alcun controllo delle nostre vite. Se fosse stato vero, sarebbe stato sequestro di persona e ci dovrebbe essere stata una denuncia» spiega l’attrice, smentendo così le parole di Adua Del Vesco, che al Grande Fratello Vip, confrontandosi con Massimiliano Morra, aveva rivelato alcuni aspetti della sua vita lavorativa con il produttore Alberto Tarallo arrivando a delineare l’esistenza di una sorta di «setta». «Alberto non è Lucifero, ha un cuore enorme: a me e tutti gli attori ha dato tutto se stesso per il bene delle sue fiction, eravamo una grande squadra. In quindici anni non ci ha mai imposto nulla», ha spiegato la Arcuri a Giletti, precisando che nella villa di Zagarolo venivano ospitati pochi attori – quelli che «venivano fuori Roma e gli davano tutto, vitto, alloggio e li facevano studiare» – tra cui la Del Vesco, che lei ricorda come una «ragazza ambiziosa».
L’AMORE CON GARKO E I FLIRT A TAVOLINO
La Arcuri è poi tornata a parlare della sua storia con Gabriel Garko e ha precisato che a lei non sono mai stati imposti flirt a tavolino. «Non mi hanno mai chiesto di avere una storia finta con nessuno, ho avuto liberamente i miei fidanzati. Mi davano consigli, tipo di non stare troppo sui giornali di gossip con più fidanzati. Ma sono consigli che ogni produttore dà per tutelare l’immagine di un’attrice. Mi consigliavano di studiare inglese e mi mandarono pure in America per farlo», ha aggiunto. Quanto all’amore con Garko, ha ripetuto che era vero: «Abbiamo avuto una relazione, quindici anni fa. Se lui in quel momento fingeva con me, mi spiace, perché sono stata illusa di una storia in cui credevo». Quanto al fatto che Garko abbia dovuto negare la sua omosessualità, la Arcuri ha poi dato la sua versione dei fatti: «Non c’è stato alcun tipo di costrizione anche rispetto all’orientamento sessuale: sono scelte che si prendono assieme, il produttore e l’attore, che vogliono raggiungere degli obiettivi lavorativi importanti».
LA DEPRESSIONE DI LOSITO
Giletti poi è tornato a mostrare il filmato in cui Tarallo legge la lunga lettera d’addio del compagno Teo Losito e la Arcuri a quel punto ha rivelato: «Viveva una depressione che non si manifestava esternamente, era una depressione interna, nascosta e non la esponeva agli altri. Non lo dava a vedere, non lo dimostrava». E su questo tema è poi intervenuta anche la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone, secondo cui «il quadro depressivo c’era, era probabilmente legato al grande fallimento che lo aveva travolto. Si è sentito inadeguato, non essere più al centro del mondo l’ha portato al gesto estremo». Quanto all’ipotesi d’istigazione a suicidio, secondo la Bruzzone «è una delle accuse peggiori che si possano ricevere. La Del Vesco dice cose che vanno circostanziate e provate altrimenti sono di una gravità inaudita. Se poi sono state ribadite davanti a un giudice, passiamo dalla diffamazione alla calunnia».
SPUNTA UN’ALTRA LETTERA DI LOSITO
Proprio nei giorni in cui si parla del «mistero» delle tre lettere lasciate da Losito (in realtà sarebbero due lettere e un biglietto) prima di morire, Giletti ha mostrato lo stralcio di un’intervista all’onorevole di Forza Italia Patrizia Marrocco, a lungo produttrice della Ares Film, cui Losito consegnò una lettera da recapitare poi a Tarallo. «Era una lettera di amore e di addio ad Alberto. Non c’ho pensato due volte a leggerla appena lui me l’ha data e a quel punto sono corsa subito a casa loro, ho citofonato e lui mi ha detto: “Che ci fai qui?”. Io gli ho detto la verità, che avevo letto la lettera e gli ho chiesto cosa stesse combinando. Anche in quell’occasione lui parlò con Cristian Del Vecchio (una presunta guida spirituale, ndr), che gli disse di pregare molto, che la vita è meravigliosa e che non avevamo il diritto di togliercela», ha rivelato l’onorevole. «È una lettera in cui lui dice che sta pensando fattivamente di uccidersi e che avrebbe dovuto allertare in maniera pesante perché c’è un’idea suicidaria solida», ha commentato la Bruzzone.