La richiesta del neosegretario ha spiazzato tutti, a partire dagli attuali capigruppo Delrio e Marcucci. La sua corrente, in cui sono confluiti tanti ex renziani, alla vigilia dell'incontro con Letta gli ha garantito l'appoggio. Un altro faccia a faccia interno alla corrente è previsto nella mattinata di martedì e le prossime ore potrebbero essere decisive per trovare una quadra o per decidere, anche a Palazzo Madama, di prendere altro tempo
Non c’è accordo nel Pd sulla richiesta di Enrico Letta di eleggere due donne come capigruppo del partito in Parlamento. L’ipotesi ha spiazzato tutti, a partire dagli attuali capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Il neosegretario incontrerà i gruppi parlamentari nelle prossime ore, ma se la riunione alla Camera non dovrebbe chiudersi con un voto, in Senato c’è il rischio che si vada alla conta. Fonti di Palazzo Madama riferiscono infatti che Base Riformista, la corrente degli ex renziani a cui appartengono tra gli altri Marcucci, Luca Lotti e Lorenzo Guerini, al termine di un vertice a Palazzo Madama ha “confermato la fiducia” all’attuale capogruppo. Che quindi non sembra avere intenzione di presentarsi da dimissionario.
Un altro faccia a faccia interno alla corrente è previsto nella mattinata di martedì e le prossime ore potrebbero essere decisive per trovare una quadra o per decidere, anche a Palazzo Madama, di prendere tempo. Letta tiene il punto e anche oggi si è detto “sicuro che i gruppi sceglieranno donne di qualità“. Nelle sue prime settimane da segretario, Letta ha in programma una lunga serie di incontri. Lunedì mattina ha avuto un colloquio di un’ora con il premier Mario Draghi. I rapporti fra i due sono consolidati e il dialogo, che è stato descritto “molto cordiale e positivo”, ha spaziato dai vaccini all’Europa, alle politiche economiche di rilancio, oltre che sul raccordo tra governo e i partiti che lo sostengono. Nel pomeriggio, il segretario, che nei giorni scorsi ha visto il leader della Cgil Maurizio Landini, ha incontrato il segretario della Cisl Luigi Sbarra. “In Europa che ci sia un equilibrio di genere è la precondizione – ha ricordato Letta – In un partito come il nostro, su una decina di posizioni di vertice – segretario, capigruppo, i ministri, i presidenti di Regione – la squadra del Pd è una squadra solo di maschi“.
Dal Nazareno non ci sono indicazioni sui nomi, né viene posto un tema di correnti, anche se gli ex renziani sembrano intenzionati a far contare il loro peso tra i parlamentari. Semmai – è il ragionamento di chi è vicino al segretario -, c’è attenzione sui tempi, perché l’obiettivo è chiudere la partita degli organismi dirigenti prima possibile. Letta ha infatti intenzione di archiviare il prima possibile la questione, per poi prendere in mano i dossier più urgenti, come quello delle candidature alle amministrative. Nelle prossime ore, quindi, lo scenario potrebbe cambiare ancora. Fra i nomi delle papabili alla guida del gruppo dem si fa quello di Monica Malpezzi, sempre di Base Riformista. Ma è sottosegretaria ai rapporti col Parlamento: se lasciasse il governo si aprirebbe una ulteriore partita. Alla Camera, invece, Graziano Delrio si è detto disponibile a rimettersi alla volontà del gruppo. “C’è la mia disponibilità ad affidare alla autonoma valutazione delle deputate e dei deputati come andare avanti nel nostro lavoro avendo di mira esclusivamente il modo migliore per svolgere il nostro ruolo nel Parlamento”. Fra i nomi in pole per sostituire Delrio si fa quello di Debora Serracchiani.