Di fronte a tutto quello che succede nel mondo è facile sentirsi incapaci di far sentire la propria voce, ma non per questo bisogna arrendersi e l’esempio di Greta Thunberg ne è la prova. Il cambiamento parte sicuramente dal basso, ma deve arrivare anche in alto, ovvero alle istituzioni che rappresentano i propri cittadini e hanno il potere di prendere decisioni.
È per questo che parte del lavoro di Essere Animali si rivolge alle istituzioni europee. Oggi più che mai, la sfida che il mondo ha di fronte è grande e c’è bisogno dell’impegno di tutti, soprattutto dell’Unione Europea che è tra le potenze mondiali più aperte e schierate per la difesa dell’ambiente e degli animali. Con le strategie “Biodiversity to 2030” e “Farm-to-Fork” contenute all’interno del Green Deal europeo, presentato da Ursula von der Leyen, l’Ue si è impegnata per una riconversione ecologica e rispettosa del benessere degli animali.
Nonostante le responsabilità prese di fronte ai propri cittadini, tuttavia, le istituzioni europee non sempre si muovono nella direzione giusta e in alcuni casi mirano contro agli impegni presi. L’esempio più eclatante è stata la conferma dei sussidi della Pac agli allevamenti intensivi lo scorso autunno. Ma non solo: anche l’introduzione di emendamenti come i 171 e 72 hanno deluso le aspettative. Questi emendamenti potrebbero rendere complicata e controintuitiva la nomenclatura di prodotti a base vegetale molto diffusi e amati da milioni di cittadini europei. Per questo motivo, assieme a decine di altre organizzazioni in tutta Europa, Essere Animali ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Europeo chiedendo di opporsi a questi emendamenti.
Ma non è tutto: proprio in questi giorni Essere Animali ha aderito ad una campagna di “Eurogroup for Animals” che chiede di cambiare la normativa europea in materia di allevamenti, trasporto e macellazione. Entro settembre 2021 la Commissione Europea dovrà rivalutare la normativa sul benessere degli animali da allevamento alla luce della strategia “Farm to fork”, che ha l’obiettivo di rendere il sistema alimentare europeo più equo, sano e rispettoso dell’ambiente.
La campagna che prende il nome di “No animal left behind” chiede di vietare le peggiori pratiche che sono legali, ma fortemente deleterie per gli animali. Come se non bastasse, alcune specie, come conigli e pesci, non possono godere nemmeno delle minime tutele perché del tutto ignorati dalla legislazione. Negli allevamenti, durante il trasporto e nei macelli, gli animali considerati da reddito subiscono sofferenze inimmaginabili, ma che Essere Animali continua a documentare con indagini e controlli. L’Italia non è un’eccezione e la scusa del caso isolato non regge più.
È ora che l’Unione Europea si impegni seriamente in una revisione su vasta scala dell’attuale normativa e senza dimenticare nessun animale. Firma la petizione e chiedi anche tu un futuro migliore per gli animali in Europa!