Stando alle indagini, era la prima volta che la ragazza utilizzava l'eroina per vena. E' morta per overdose poche ore dopo. I sei arrestati sono accusati a vario titolo di omicidio preterintenzionale, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti
Sono sei le persone arrestate nelle scorse ore per la morte di Francesca Manfredi, la 24enne bresciana deceduta dopo aver consumato un cocktail rivelatosi fatale a base di droghe e alcool. La polizia ha arrestato una ragazza italiana di 25 anni, finita ai domiciliari, un cittadino tunisino di 33 anni, Michael Paloschi ora in carcere, che spacciava nonostante fosse in affidamento in prova, così come un 28enne italiano residente in provincia di Brescia. Ai domiciliari va anche un 31enne albanese trovato con 3.915 ‘trip’ a forma di francobollo imbevuti di metanfetamine allucinogene che era riuscito anche a vendere, si è scoperto dalle intercettazioni, cinque litri di ketamina per 4.500euro e 200 cartoncini imbevuti di acido allucinogeno. I sei arrestati sono accusati a vario titolo di omicidio preterintenzionale, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
I fatti risalgono allo scorso agosto, tra il 20 e il 23. La ragazza si trovava in un appartamento in cui viveva da circa dieci giorni, ed era in compagnia delle persone in queste ore finite sotto l’attenzione della polizia. Secondo quanto emerso dalle indagini, il gruppo di ragazzi ha più volte fatto uso di ansiolitici, ketamina, cocaina e alcool, fino alla sera del 22 agosto in cui alle droghe si è aggiunta anche l’eroina che mai la vittima aveva utilizzato prima d’allora. Dalle indagini è emerso che la dose di eroina era stata divisa a metà: una parte l’aveva utilizzata proprio Paloschi che l’aveva assunta iniettandosela, mentre l’altra parte Francesca l’aveva prima fumata e poi le era stata iniettata in vena. Sarebbe stato proprio il tunisino ad iniettarla alla ragazzi, probabilmente perché lei non aveva dimestichezza con quel genere di droga. Nel corso della notte la 24enne però ha cominciato a stare male, in preda all’overdose: i presenti l’hanno messa in una vasca riempita di ghiaccio, con l’obiettivo di farle abbassare la temperatura. Quando alle nove del giorno successivo, era una domenica, gli amici si sono accorti che la ragazza era morta, hanno chiamato i soccorsi e nel frattempo – riferiscono gli inquirenti – si sarebbero liberati delle siringhe utilizzate nel corso della notte.
“Nessuno mi ridarà indietro mia nipote ma che si faccia almeno giustizia“: queste le parole della nonna di Francesca Manfredi che l’ha cresciuta fin da quando aveva due anni. Gilda Giardinere, 80 anni, ha raccontato sulle colonne del Corriere della Sera l’ultimo periodo della ragazza. Da tempo aveva problemi con le droghe, come d’altronde è stato confermato dagli esami tossicologici, ma la nonna ha raccontato di una nuova consapevolezza che la ragazza aveva acquisito. “Da oggi riprovo a stare senza” aveva detto la 24enne ad un’amica pochi giorni prima di morire.