Condotta in Israele la ricerca ha confermato l’efficacia nei confronti della mutazione britannica. Intanto l'azienda Usa ha annunciato l'avvio di due sperimentazioni per farmaci sviluppati per combattere la malattia
Proseguono gli studi per testare i vaccini già approvati sulle varianti del coronavirus. Una nuova analisi pubblicata sulla rivista specializzata Cell Host&Microbe ha osservato che il vaccino per prevenire Covid della Pfizer-BioNtech è meno efficace contro la variante sudafricana del virus. Condotta in Israele, dove la campagna vaccinale è stata particolarmente veloce, la ricerca ha invece confermato nuovamente l’efficacia di questa immunizzazione contro il Sars-Cov-2 originale e nei confronti della mutazione britannica. Ma la protezione verso le tipologie del virus sudafricana e sudafricana-inglese combinate appare molto debole. “I nostri dati evidenziano come saranno necessari vaccini modificati per far fronte a mutazioni future, il virus infatti varia proprio per aumentare la sua infettività“. Il team della università Ben-Gurion ha studiato gli effetti immunitari del vaccino Pfizer nei confronti di tutte le varianti sinora scoperte.
Intanto Pfizer ha annunciato l’avvio dei test clinici su un nuovo farmaco antivirale per il trattamento di Covid-19. Il composto, PF-07321332, è un inibitore dell’enzima proteasi che si somministra via orale e negli studi in vitro ha dimostrato “una potente attività” contro il coronavirus pandemico.”Dopo i promettenti dati preclinici iniziali – scrive su Twitter l’amministratore delegato Albert Bourla – siamo lieti di condividere l’inizio delle somministrazioni in adulti sani, nell’ambito di un trial di fase 1 che punta a valutare la sicurezza e la tollerabilità del nostro nuovo candidato antivirale orale contro le infezioni da Sars-CoV-2“.La sperimentazione è in corso negli Usa, spiega Pfizer in una nota. PF-07321332 e i risultati dei test preclinici, informa il gruppo, verranno presentati il 6 aprile in una sessione dedicata a Covid-19 durante il meeting Spring American Chemical Society.
“Abbiamo progettato PF-07321332 come potenziale terapia orale che potrebbe essere prescritta al primo segno di infezione, senza richiedere che i pazienti siano ospedalizzati o in terapia intensiva – afferma Mikael Dolsten, chief scientific officer e presidente Worldwide research, development and medical di Pfizer – Allo stesso tempo, il candidato antivirale per via endovenosa di Pfizer”, un altro farmaco allo studio, “è una potenziale nuova opzione di trattamento per i pazienti ospedalizzati. Insieme, i due antivirali hanno il potenziale per creare un paradigma di trattamento che integra la vaccinazione nei casi in cui la malattia si manifesta”. “Affrontare la pandemia di Covid-19 richiede sia strumenti di prevenzione come il vaccino sia un trattamento mirato per chi contrae l’infezione – sottolinea Dolsten – Considerato il modo in cui Sars-CoV-2 sta mutando e il continuo impatto globale di Covid-19, sembra probabile che sarà fondamentale avere accesso a opzioni terapeutiche sia ora che oltre la pandemia”.