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Fabrizio Corona trasferito nel carcere di Monza: ecco perché gli è stata revocata la detenzione domiciliare

In molti si chiedono come mai l'ex re dei paparazzi sia stato rispedito in carcere dal magistrato di Sorveglianza di Milano: le motivazioni

di F. Q.

Dopo una decina di giorni di ricovero nel reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano – piantonato 24 ore su 24 -, Fabrizio Corona è stato trasferito nel carcere di Monza, dove dovrà scontare il resto della sua pena. Nei giorni scorsi era stato deciso di portare Corona nel carcere milanese di Opera, ma dopo i gesti di autolesionismo e le minacce di suicidio, è stato scelto il carcere di Monza, che ha anche un’apposita sezione con osservazione psichiatrica per i detenuti. Per chi si chiede perché sia stato rispedito in carcere dal magistrato di Sorveglianza di Milano, bisogna spiegare che l’ex re dei paparazzi – che deve scontare una pena definitiva di 9 anni – ha più volte nel corso del tempo violato le prescrizioni imposte dal magistrato perché potesse scontare a casa il residuo di pena e contestualmente curarsi dalla dipendenza dalla cocaina e per un disturbo della personalità. Corona, prima di questa decisione, era stato diffidato.

Ebbene Corona, che dovrà finire di pagare il suo debito con la giustizia a settembre 2024, ha invitato a casa il suo personal trainer in pieno lockdown, non si è mai sottratto a comparsate in tv e ha continuato a usare i social network, che hanno generato varie denunce per diffamazione, ma anche per minacce da parte dell’ex moglie Nina Moric. La difesa di Corona sostiene che i social vengono gestiti dallo staff e che Corona può lavorare, ma per il pg Antonio Lamanna e il magistrato, Marina Corti, ha infranto quelle prescrizioni e deve tornare il carcere. Prima delle decisione Corona, probabilmente consapevole degli eccessi, aveva chiesto clemenza: “Mi dispiace, se ho sbagliato. Non voglio tornare all’inferno”. Già lo scorso ottobre a Corona erano stati annullati i 9 mesi passati in affidamento terapeutico. Decisione sui cui la difesa ha presentato ricorso.

La storia processuale di Fabrizio Corona è molto complessa e fitta di inchieste e processi. Ci sono condanne come quella per estorsione per le foto che venivano ritirate dai vip a fronte di un pagamento, ma anche assoluzioni come quella dal reato di intestazione fittizia di beni per i soldi trovati nel controsoffitto di casa. Corona, a cui sono stati contestati reati fiscali, è riuscito a dimostrare che quei soldi era il frutto del suo lavoro e quindi il reato, solitamente contestato ai prestanome legati ai mafiosi, è caduto.

L’ex re dei paparazzi è al momento ricoverato nel reparto psichiatrico dell’ospedale Niguarda dove è stato portato in seguito ai gesti esasperati compiuti al momento dell’arresto. Sarà poi trasferito nel carcere di Opera, dove dovrà scontare altri due anni e mezzo. Nel dibattito pubblico che vede coinvolti personaggi come Celentano (autore di una lettera in difesa di Corona) e Belen Rodriguez, non si fa mai menzione delle motivazioni che hanno portato alla revoca della detenzione domiciliare. Ma sono le continue violazioni delle prescrizioni imposte che hanno portato il re dei paparazzi in carcere.

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