Il 53enne Pierluigi Barbieri, sicario reo-confesso, ha raccontato in un nuovo interrogatorio che il piano iniziale, messo a punto tra settembre e ottobre, prevedeva di far scomparire la 46enne dentro a un trolley, cospargerla di acido e gettarla in una buca. L'ex marito Claudio Nanni, considerato da chi indaga il mandante del delitto, si è avvalso della facoltà di non rispondere
Il piano iniziale prevedeva di farla scomparire dentro a un trolley, cospargerla di acido e gettarla in una buca. Già altre due volte avevano tentato di uccidere Ilenia Fabbri, con una strategia messa a punto tra settembre e ottobre. È quanto emerso dalla confessione che il 17 marzo il 53enne Pierluigi Barbieri, detto “lo Zingaro“, sicario reo-confesso dell’omicidio di Faenza (Ravenna), su mandato dell’ex marito, Claudio Nanni. L’uomo ha detto che i due precedenti tentativi di eliminare la donna erano falliti, il primo perché lui non si era orientato bene nella casa alla ricerca della stanza della 46enne e l’altro perché l’ex marito, il cui arrivo avrebbe dovuto segnare l’inizio dell’azione, si era presentato tardi.
Barbieri, originario di Cervia ma ora domiciliato nel Reggiano, ne ha parlato quando è stato sentito in Questura a Ravenna in merito alla 46enne uccisa il 6 febbraio nella sua abitazione di via Corbara. I dettagli sono emersi dopo un altro interrogatorio, quello di lunedì mattina, nel quale invece l’ex marito della donna, 54 anni, considerato da chi indaga il mandante del delitto, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Secondo Barbieri, il piano all’inizio – in cambio di 20mila euro e un’auto usata – prevedeva di fare scomparire la 46enne dentro a un trolley. La buca di cui ha riferito, già scavata nelle campagne faentine, è stata individuata dagli inquirenti. Inoltre, su sua indicazione, in un magazzino dell’officina di Nanni nei giorni scorsi la polizia, coordinata dal pm Angela Scorza, ha sequestrato una vanga, dell’acido e appunto un trolley. Sempre Barbieri ha dato indicazione per recuperare in un campo adiacente a una piazzola dell’autostrada A14 tra Faenza e Imola il manico di un martello da carpentiere con cui aveva provato a soffocare la donna subito prima di tagliarle il collo con un coltello da cucina recuperato nell’abitazione.
I nuovi elementi, se confermati, rafforzano l’ipotesi della premeditazione dell’omicidio, commesso – secondo l’ipotesi degli inquirenti – con l’obiettivo di non pagare a Ilenia Fabbri le somme di denaro che le spettavano e poter rientrare in possesso della casa di via Corbara. Barbieri, secondo quanto ricostruito, ha raggiunto Faenza nelle prime ore della mattina del 6 febbraio: una volta certo che Nanni si fosse allontanato in compagnia della figlia Arianna, si è introdotto nella casa, poi è andato nella camera da letto al primo piano e ha tentato di uccidere Ilenia strangolandola. La donna si è difesa, lui l’ha inseguita per le scale e, dopo averla colpita più volte l’avrebbe accoltellata alla gola, vicino alla cucina. In casa però c’era la compagna della figlia Arianna, che ha dato l’allarme.