Il ministro delle Politiche agricole e tra i principali esponenti M5s al governo si è esposto in maniera molto netta sulle tensioni in corso con l'associazione che gestisce la piattaforma Rousseau. Una dichiarazione dura che rivela come al momento non si vedano possibilità di mediazione
“Mi auguro” che non si finisca in un’Aula di Tribunale per risolvere le controversie tra il M5s e l’Associazione Rousseau “e che prevalga il buonsenso. Certo, se si continua a dire che il Movimento 5 stelle deve 450mila euro a Rousseau è difficile che ci sia un’alternativa”. Mentre i 5 stelle attendono nel limbo in attesa che venga presentato agli iscritti il progetto di rifondazione del Movimento, a esporsi sulle tensioni con il figlio del cofondatore Davide Casaleggio è stato il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. Intervenendo a margine di un incontro istituzionale a Bruxelles, uno dei principali esponenti del M5s al governo ha espresso in maniera molto netta la linea che stanno elaborando i vertici insieme a Giuseppe Conte in queste ore. E al momento non sembra esserci la possibilità di mediazioni.
Il riferimento di Patuanelli è proprio a una delle principali recriminazioni di Casaleggio e dell’associazione Rousseau: tra arretrati e persone che si rifiutano di versare la quota dei 300 euro previsti alla piattaforma, Davide Casaleggio ha messo sul tavolo la necessità che come prima cosa sia saldato il “debito” di 450mila euro. Una richiesta che però viene ritenuta inaccettabile dai parlamentari e dagli stessi vertici: l’impegno sottoscritto è con il Movimento 5 stelle e non con l’associazione Rousseau, è la difesa dei vertici (come confermato dalle ricostruzioni de la Stampa). Una linea che oggi ha confermato lo stesso ministro M5s, intervenendo pubblicamente: “Il Movimento 5 stelle non ha siglato nessun contratto: non ha mai avuto un conto corrente né entrate, quindi non può avere contratti vincolanti con chicchessia”, ha detto Patuanelli. “Ci sono stati dei parlamentari espulsi che non hanno versato, ma non possiamo farci nulla, se non un’azione civile, eventualmente, nei confronti dei parlamentari che non hanno versato. Ma non si può pensare di bloccare uno strumento che il Movimento ha utilizzato per un ipotetico debito che non esiste. Io mi auguro che prevalga il buon senso: dalle ultime dichiarazioni, anche recenti, non mi sembra che sia così”.
Sulla questione è al lavoro lo stesso Giuseppe Conte: dopo che Beppe Grillo gli ha affidato il compito di rifondare e di rilanciare il Movimento, l’ex premier sta lavorando a un programma che prevede anche la soluzione una volta per tutte delle divergenze con Casaleggio e l’associazione Rousseau. Il garante ha affidato a Conte il compito più difficile, sperando, almeno in un primo momento, di non arrivare alla rottura definitiva con Milano. Ma al momento sembra impossibile poter arrivare a un compromesso: fonti M5s parlano di un Davide Casaleggio che ha alzato la posta sempre di più e il muro contro muro è costante. Non ha aiutato le cose, la decisione dell’associazione che gestisce la piattaforma di lanciare un manifesto dal titolo ControVento, con un’iniziativa che a Roma hanno letto come il tentativo di smarcarsi dalla linea ufficiale e aumentare i malumori. Tensioni o meno però, il tempo comincia a stringere. Dall’annuncio del progetto di rilancio del M5s è passato quasi un mese, ma già domani Conte vedrà Enrico Letta: i lavori per la coalizione giallorossa iniziano a entrare nel vivo e il Movimento ha bisogno di arrivare al tavolo compatto.