Ieri, secondo quanto riferiscono i media locali, un altro ragazzo di 14 anni è stato ucciso con un proiettile al petto nel corso di un blitz delle forze di sicurezza all'interno di un complesso residenziale, dove hanno aperto il fuoco contro gli abitanti disarmati
Ha sette anni, secondo le informazioni che arrivano dal Myanmar, la più giovane vittima della repressione dei militari golpisti nei confronti della popolazione che manifesta contro il colpo di Stato del 1 febbraio. Secondo quanto riferito dal personale dei servizi funerari di Mandalay, citati dalla Reuters, l’uccisione non è però avvenuta in strada, durante le sommosse popolari: i militari, scrivono, hanno fatto irruzione nell’abitazione nella quale viveva la piccola che è rimasta uccisa con un proiettile all’addome.
Sui social vengono diffuse le immagini della piccola vittima uccisa questo pomeriggio nel distretto di Chan Mya Thar Si, identificata con il nome di Khin Myo Chit. Inutili i tentativi di salvarla da parte dei medici. Ieri gli attivisti avevano denunciato che i militari stavano “uccidendo civili ovunque e non solo i manifestanti che protestano contro il golpe”.
Ieri è morto anche un ragazzo di appena 14 anni nel corso della dura repressione messa in atto dai militari sempre nella seconda città birmana. Nel Paese proseguono le proteste ma il giovane, secondo quanto riferiscono alcuni media asiatici, è stato ucciso durante una incursione delle forze di sicurezza all’interno di un complesso residenziale. Oggi centinaia di persone si sono unite alla famiglia in una commossa cerimonia di cremazione per Tun Tun Aung, svolta di fretta per evitare altre azioni di disturbo da parte del braccio armato del regime. Secondo i media locali, il ragazzo è stato colpito al petto quando un folto gruppo di poliziotti e soldati ha aperto il fuoco sui residenti disarmati, senza che vi fosse stata alcuna provocazione. Testimoni hanno confermato che al momento dell’operazione non erano in corso proteste contro il colpo di Stato, scoppiate invece dopo la cerimonia funebre. In totale, riferiscono i media, sono otto le persone rimaste uccise nel blitz nel complesso residenziale, anche se non vi sono conferme ufficiali.
L’Associazione per l’assistenza ai prigionieri politici ha verificato finora più di 250 morti a livello nazionale, ma afferma che il totale effettivo è probabilmente molto più alto. Ha poi aggiunto che 2.665 persone sono state arrestate o incriminate dopo il colpo di Stato, in gran parte ancora detenute o ricercate.