Papa Francesco taglia lo stipendio dei cardinali e dei capidicastero della Curia romana per far quadrare i conti del Vaticano. Con entrate totali di 260,4 milioni di euro e uscite pari a 310,1 milioni di euro, la Santa Sede prevede un deficit di 49,7 milioni di euro nel 2021, “pesantemente influenzato dalla crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19”, come ha spiegato la Segreteria per l’economia. Per questo motivo Bergoglio è corso ai ripari “con la finalità di salvaguardare gli attuali posti di lavoro” a tutti i dipendenti dello Stato più piccolo del mondo. Francesco ha disposto, dal 1° aprile prossimo, la riduzione del dieci per cento dello stipendio dei cardinali della Curia romana. Attualmente il cosiddetto piatto cardinalizio per i porporati della Santa Sede si aggira intorno ai 5.500 euro. Tagli dell’otto per cento, invece, per gli altri superiori della Curia romana. Riduzione del tre per cento per i dipendenti vaticani ecclesiastici e religiosi.
Bergoglio ha stabilito, inoltre, che tutti i tagli degli stipendi non si applicano “qualora l’interessato documenti che gli sia impossibile far fronte a spese fisse connesse allo stato di salute proprio o di parenti entro il secondo grado”. Presupposti che il Vaticano si riserva di valutare di anno in anno in base a una documentazione che dimostri la validità di queste motivazioni. Il Papa ha disposto anche il blocco degli scatti biennali di anzianità per i dipendenti nel periodo compreso tra aprile 2021 e marzo 2023. Francesco ha voluto che tutte queste disposizioni siano applicate anche al Vicariato di Roma, ai capitoli delle Basiliche Papali Vaticana, Lateranense e Liberiana, alla Fabbrica di San Pietro e alla Basilica di San Paolo fuori le mura.
Bergoglio ha spiegato che la decisione dei tagli è stata presa “considerato il disavanzo che da diversi anni caratterizza la gestione economica della Santa Sede”. Ma anche “l’aggravamento di tale situazione a seguito dell’emergenza sanitaria determinata dalla diffusione del Covid-19, che ha inciso negativamente su tutte le fonti di ricavo della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”. E anche “considerato che i costi per il personale costituiscono una rilevante voce di spesa nel bilancio della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”. Tagli che si sono resi necessari, “pur in presenza di adeguata patrimonializzazione della Santa Sede e dello Stato della Città del Vaticano”, per “assicurare la sostenibilità e l’equilibrio tra entrate e uscite nella gestione economica e finanziaria corrente”. Il Papa ha, inoltre, precisato di aver ritenuto di dover procedere “secondo criteri di proporzionalità e progressività”.
Francesco ha anche nominato l’economista suor Alessandra Smerilli sottosegretario per il settore fede e sviluppo del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale. La religiosa è professoressa ordinaria di economia politica presso la Pontificia facoltà di scienze dell’educazione Auxilium di Roma. Nata nel 1974 a Vasto, in provincia di Chieti, ha conseguito il dottorato in economia politica presso la facoltà di economia dell’Università La Sapienza di Roma e il dottorato in economia presso la School of Economics della University of East Anglia di Norwich, nel Regno Unito. Attualmente è consigliere dello Stato della Città del Vaticano e consultore del Sinodo dei vescovi.
Twitter: @FrancescoGrana