Il nostro assistito ha solo scritto dei messaggi, spesso indiretti. Nei suoi confronti non è stata adottato alcun provvedimento, perché non ci sono profili di pericolosità", hanno dichiarato gli avvocati Rossella Gallo e Leonardo Cammarata, difensori del cantautore
Messaggi, chiamate continue, la minaccia di diffondere un video personale, insinuazioni volgari su una chat di WhatsApp. La procura di Monza ha chiesto il rinvio a giudizio per Morgan con l’accusa di stalking e diffamazione ai danni dell’ex compagna, musicista in una band milanese e cantautrice con un album solista all’attivo. Marco Castoldi, questo il suo vero nome, avrebbe tenuto un comportamento molesto nei confronti della collega dopo la fine burrascosa della loro relazione.
“In un’occasione, nel tentativo di comunicare con lei, avrebbe finto di essere un famoso rapper-cantante italiano interessato a una collaborazione artistica”, scrive il Corriere della Sera. Le indagini della Squadra Mobile della Questura di Monza, diretta da Francesco Garcea, sono partite dopo la denuncia della donna che ora, assistita dall’avvocato Renata D’Amico, ha scelto di non rilasciare alcune dichiarazione.
“Si tratta di due persone legate da un rapporto di conoscenza decennale, e da un forte legame affettivo, durante il quale si frequentavano alla luce del sole. Il nostro assistito ha solo scritto dei messaggi, spesso indiretti. Nei suoi confronti non è stata adottato alcun provvedimento, perché non ci sono profili di pericolosità”, hanno dichiarato gli avvocati Rossella Gallo e Leonardo Cammarata, difensori di Morgan.
Il cantante ha commentato la vicenda all’agenzia Ansa: “A me la violenza non si può associare, sono l’essere più dialogante che esista, mi vuole trascinare in Tribunale perché ho scritto delle poesie? È un rapporto che dura dal 2013, una relazione di profondo affetto intimo e artistico, fatta di conversazioni lunghissime, frequentazioni quotidiane e costante interscambio fatto di stima. Poi ci siamo innamorati profondamente, nonostante entrambi fossimo impegnati. Ho preso la difficilissima decisione di comunicare alla madre di mia figlia che volevo stare con un’altra persone, le nostre famiglie sapevano tutto”.
“Ho chiesto anche la sua mano alla madre che però mi ha risposto che lei avrebbe prima dovuto fare un disco di successo”, ha continuato Morgan: “Ad un certo punto lei è sparita, non aveva chiuso la sua relazione e mi ha bloccato ogni tipo di contatto senza alcuna spiegazione fino a bloccare amici comuni e persino mia madre. Per me è una cosa violenta quanto sta succedendo nonostante ciò non voglio fare la guerra, ho mia figlia a cui pensare, ho solo cercato un dialogo per comprendere”, ha concluso Castoldi.