Nel Protocollo, spiegano in una nota Cgil, Cisl, Uil, è previsto l’impegno delle piattaforme ad adottare un modello organizzativo idoneo a prevenire comportamenti scorretti e a non ricorrere ad aziende terze, almeno fino a quando non verrà creato un apposito albo delle stesse piattaforme. Passo avanti, ma "ai circa 30.000 lavoratori interessati occorre al più presto che siano garantite le giuste tutele contrattuali, al fine di assicurare dignitose condizioni di lavoro, un equo compenso, misure adeguate di sicurezza"
Cgil, Cisl, Uil e Assodelivery hanno sottoscritto alla presenza del ministro del Lavoro Andrea Orlando il Protocollo quadro sperimentale per la legalità, contro il caporalato, l’intermediazione illecita e lo sfruttamento lavorativo nel settore del food delivery. Lo fanno sapere i sindacati parlando di un “risultato importante” per porre fine allo sfruttamento dei rider. Nel Protocollo – spiegano in una nota i sindacati – è previsto l’impegno delle aziende aderenti ad Assodelivery ad adottare un modello organizzativo idoneo a prevenire comportamenti scorretti e a non ricorrere ad aziende terze, almeno fino a quando non verrà creato un apposito albo delle stesse piattaforme. Inoltre si prevede la costituzione di un Organismo di Garanzia con il compito di vigilare in posizione di terzietà sulle dinamiche lavorative dei rider e riportare eventuali specifiche segnalazioni alla Procura della Repubblica.
Quest’organo si coordinerà con il tavolo di governance e monitoraggio, del quale fanno parte anche i rappresentanti dei lavoratori, oltre che le aziende. Per i sindacati è un passo avanti, ma “ai circa 30.000 lavoratori interessati occorre al più presto che siano garantite le giuste tutele contrattuali, al fine di assicurare dignitose condizioni di lavoro, un equo compenso, misure adeguate di sicurezza“. “E’ importante – concludono – continuare a lavorare seguendo il percorso intrapreso per chiudere in tempi brevi anche l’altro Protocollo su salute e sicurezza in tempo di Covid e sancire una vera contrattazione tra le Parti. Sarebbe paradossale se parallelamente all’avvio di un percorso che afferma la legalità e contrasta lo sfruttamento in questo settore, si continuasse ad utilizzare modelli contrattuali che, nelle circostanze date, favoriscono implicitamente l’insinuazione di soggetti illegittimi nell’intermediazione del lavoro“.
Alle firme del Protocollo hanno assistito Rider x i Diritti e gli assessori al Lavoro dei Comuni che hanno fatto da apripista degli accordi tra le parti in questa materia: Marco Lombardo (Bologna), Cristina Tajani (Milano), Andrea Bosi (Modena) e Claudio Diberardino (regione Lazio). “Idealmente aderisco”, ha detto Orlando, “e credo sia giusto garantire massima visibilità alla firma di oggi perché credo che costituisca una punto di riferimento molto importante e, mi auguro, possa anche costituire un precedente per compiere altri passi nella direzione che viene qui definita”. Il ministro ha ricordato che “la questione della disciplina del rapporto tra algoritmo e lavoratori tra gig economy e riconoscimento di nuovi diritti è al centro del confronto anche a livello dell’Unione Europea e sarà oggetto dell’incontro che avrò con la ministra del Lavoro spagnola, che terremo domani. Al centro dell’attenzione del lavoro che stiamo facendo c’è anche il tema dei protocolli sulla sicurezza suoi luoghi di lavoro, che sono stati siglati nel marzo dello scorso anno, e l’esigenza di aggiornarli e di estenderli anche a settori del lavoro che inizialmente non sono stati ricompresi”.
Orlando ha anche convocato per il primo aprile l’Osservatorio permanente in materia di tutela del lavoro tramite piattaforme digitali: “Sarà un luogo importante di confronto, che permetterà di non rendere occasionale l’interlocuzione che si è aperta oggi con gli enti locali che hanno promosso buone pratiche su questo terreno”.