Come si legge nelle pagine, si tratta di un documento definito "non vincolante" e che ha lo scopo di "suggerire un modello organizzativo e funzionale omogeno", che "possa essere di riferimento per l'incremento della capacità vaccinale sul territorio"
Tre tipi di struttura a seconda del numero di personale impiegato, apertura fino a 12 ore al giorno, 672 dosi inoculate in 24 ore, tempo di permanenza di 10 minuti per paziente. Sono alcuni dei punti contenuti in un documento sulle linee di indirizzo organizzativo e strutturale dei Pvts (Punto vaccinale territoriale straordinario) elaborato dai tecnici del governo e che verrà illustrato domani alle Regioni. Come si legge nelle pagine, si tratta di un documento definito “non vincolante” e che ha lo scopo di “suggerire un modello organizzativo e funzionale omogeno”, che “possa essere di riferimento per l’incremento della capacità vaccinale sul territorio”.
Tre, come detto, i tipi di centro vaccinale, che saranno classificati in base al personale medico e infermieristico impiegato: pvts maggiori, minori e mobili. È prevista l’apertura per 12 ore nei punti vaccinali territoriali straordinari e fino a 8 ore nei punti mobili. Nei centri più grandi si raccomanda un ritmo di 672 vaccinazioni al giorno e sono previste 8 linee di somministrazione. Nel documento tra gli obiettivi c’è “quello di individuare i requisiti minimi essenziali, sia generali che specifici per tipologia, che caratterizzano i punti vaccinali territoriali straordinari”, come ad esempio le dimensioni della struttura. Il tempo stimato dall’ingresso all’esecuzione della vaccinazione è di 10 minuti mentre l’osservazione post-vaccinale deve essere di minimo 15 minuti.
“Tali punti, che verranno realizzati ed installati in luoghi o spazi collettivi, da individuare ad hoc, quali palestre, palazzetti, parcheggi di supermercati od ogni altro spazio che sarà ritenuto idoneo allo scopo, sono da intendersi complementari a quelli già esistenti ed attivati in strutture sanitarie all’uopo dedicate, inclusi gli ambulatori dei medici di medicina generale e di altre categorie di medici coinvolti nella campagna vaccinale”, si legge ancora nel documento.