Il governatore lombardo Attilio Fontana ha dato tutte le colpe dei disservizi della campagna vaccinale anti Covid ad Aria, la società di Regione Lombardia che gestisce la piattaforma per le prenotazioni degli over 80. E ha costretto alle dimissioni l’intero cda. Ma i malfunzionamenti che per giorni hanno creato disagi agli anziani e lasciato centri vaccinali senza gente da vaccinare sono anche una conseguenza diretta delle decisioni di Fontana, della sua vice Letizia Moratti e del super consulente per il piano vaccinale Guido Bertolaso. La prova sta in una relazione che il cda di Aria avrebbe dovuto discutere oggi, se la seduta non fosse stata annullata all’ultimo. I contenuti del documento che, ilfattoquotidiano.it è in grado di rivelare, mostrano tutte le falle del sistema messo in piedi dai vertici di Palazzo Lombardia.
Moratti e Bertolaso avrebbero voluto utilizzare sin da subito la piattaforma di Poste Italiane, che nelle prossime settimane subentrerà a quella di Aria. Ma quando il 7 febbraio scorso diventa chiaro che Poste non può rispettare i tempi auspicati per apportare le modifiche necessarie per adattare il suo software alle esigenze lombarde, anziché attendere, Moratti e Bertolaso prendono due decisioni che contribuiranno al flop di questi giorni. Da un lato, nonostante le questioni tecniche ancora da risolvere, per star dietro alle continue promesse mediatiche di una campagna vaccinale da concludere entro giugno, anticipano l’inizio delle somministrazioni degli over 80 al 18 febbraio. Dall’altro decidono di puntare sulla predisposizione di una piattaforma di Aria basata su un sistema di adesione dei cittadini alla campagna vaccinale e su un sistema per la loro assegnazione ai centri vaccinali indicati dalle Ats, entrambi da associare alla piattaforma Siavr, sviluppata in Veneto ma già in uso in diverse regioni tra cui la Lombardia. Una piattaforma progettata però per gestire le campagne di somministrazione dei vaccini ordinari, e senza la funzionalità per gestire le prenotazioni. E non è un caso che siano stati proprio gli appuntamenti per le somministrazione dei vaccini a finire nel caos più totale.
La cronistoria messa nero su bianco nella relazione inviata al cda nei giorni scorsi dal direttore generale di Aria Lorenzo Gubian, l’unico a salvarsi dal repulisti del governatore, mostra che la Regione è in grave ritardo sulle scelte tecniche già a gennaio. Due mesi fa – si legge nella relazione – Aria ha partecipato “senza alcun specifico incarico” alla predisposizione della sperimentazione del centro vaccinale massivo in Fiera Milano. “Durante questa sperimentazione si è provato il solo sistema per la gestione della vaccinazioni”, che rende disponibili le uniche funzionalità di “accettazione, anamnesi e registrazione delle inoculazioni attraverso il sistema Siavr”. Nessun modulo in quel momento a disposizione della Regione può dunque garantire la gestione delle prenotazioni. Ma c’è di più: “Nessuna sperimentazione o analisi è mai stata richiesta dalla Regione sulla gestione di una campagna vaccinale massiva”. Parole che dicono molto dell’improvvisazione con cui i piani alti di Palazzo Lombardia stanno affrontando l’emergenza.
E veniamo alla piattaforma di Poste. L’interlocuzione viene attivata dalla Regione sempre a gennaio. Il 3 febbraio è il giorno di una riunione a cui partecipa l’amministratore delegato di Poste Matteo Del Fante. Alla piattaforma di Poste mancano alcune funzionalità che sarebbero necessarie in Lombardia, ma il 4 febbraio Poste rassicura di essere in grado di poter realizzare nei tempi previsti quanto mancante, come per esempio un modulo per la gestione del magazzino delle dosi. Tuttavia il 7 febbraio arriva la doccia fredda: Aria riceve una comunicazione in cui Poste ammette di non essere in grado di garantire le tempistiche concordate. Da Aria il messaggio passa a Bertolaso, per avere indicazioni su come procedere. E lo stesso 7 febbraio Bertolaso risponde che non si dovrà più procedere col portale di Poste. I tempi dettati dalle promesse mediatiche non vanno d’accordo con i tempi tecnici necessari per l’adeguamento della piattaforma.
Il giorno successivo, l’8 febbraio – continua la relazione – Aria “viene messa nelle condizioni” di avviare lo sviluppo dei software organizzativi per poter sostenere la campagna di vaccinazione.
Le date sono importanti, perché il 10 febbraio Moratti e Fontana anticipano l’inizio delle somministrazioni per gli over 80 dal 24 al 18 febbraio, con adesioni aperte online a partire dal 15 febbraio, giorno in cui la piattaforma va subito in crash per i troppi accessi. Prova che una settimana non è stata sufficiente a rendere affidabile la piattaforma predisposta da Aria. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, le agende con gli appuntamenti vengono tutt’oggi formate attraverso la compilazione di file excel non integrati nella piattaforma, con tutti i problemi che ne derivano: ultraottantenni spediti a centinaia di chilometri di distanza, sms per gli appuntamenti arrivati all’ultimo, fino ai problemi dello scorso week end dei centri vaccinali di Cremona, Como e Brianza, dove medici e infermieri sono rimasti per diverse ore a braccia incrociate perché Aria non aveva mandato nessuno a vaccinarsi. Disservizi su cui è chiara la responsabilità non solo di Aria, ma anche dei vertici della Regione. Sugli indirizzi e le strategie in campo sanitario hanno infatti facoltà di decidere Fontana e Moratti, consigliati da Bertolaso, mentre Aria è un’azienda strumentale con potere decisionale limitato.
Almeno a partire dal 21 marzo, la relazione inviata al cda è finita anche sui tavoli della Moratti e di Davide Caparini, assessore al Bilancio e “padre” di Aria. Eppure la decisione del governatore e della sua giunta è stata quella di far fuori tutti i membri del cda, nessuno dei quali con ruoli operativi. Un’operazione di facciata per nascondere le responsabilità degli stessi vertici di Regione Lombardia.