Il regista, sceneggiatore e produttore francese Bertrand Tavernier è morto oggi all’età di 79 anni a Sainte-Maxime nel Var. La notizia è stata data della moglie e dai figli sui social network. Critico per le più importanti riviste di cinema e coautore del volume Trente ans de cinéma américain, esordì nella regia nel 1973 con L’orologiaio di Saint-Paul tratto da Simenon che vince l’Orso d’Argento al festival di Berlino.
Sensibile al realismo e al cinema americano Tavernier ha nel suo curriculum una lunga lista di film di generi diversi: il noir di Colpo di spugna (1981), il bellico Laissez-Passer (2001), la commedia sentimentale Una settimana di vacanze (1984) o lo storico La Princesse de Montpensier. Tra le sue opere: Que la fête commence (1975); Le juge et l’assassin (1976); La mort en direct (1979), Round midnight (1986); Daddy nostalgie (1990); L627 (1992); La fille de d’Artagnan (1994). Uno sguardo quello di Tavernier che è anche analisi sociale e generazionale, senza tralasciare quelli che possono essere considerati i temi della memoria e del dolore da L’appât, premiato alla Berlinale, (1995) a Holy Lola del 20004. Tra gli ultimi film Quai d’Orsay (2013) e il documentario Voyage à travers le cinéma français (2016).
Nel 2015 gli è stato assegnato il Leone d’oro alla carriera con questa motivazione: “Tavernier è un autore completo, istintivamente anticonformista, coraggiosamente eclettico. L’insieme dei suoi film costituisce un corpus in parte anomalo nel panorama del cinema francese degli ultimi quarant’anni”. Nel nel corso della carriera ha vinto quattro premi Cèsar. L’artista, originario di Lione, è stato due volte in Concorso alla Mostra di Venezia e nel 1992 con il poliziesco Legge 627. A Berlino ha vinto l’Orso d’oro nel 1995 per il poliziesco L’appât. Nel 1984 ha ottenuto il Premio per la miglior regia al Festival di Cannes per Una domenica in campagna. a vinto in tutto quattro premi Cèsar .