Sabina Guzzanti e altre undici persone sono state assolte per l’occupazione della sede dell’ex cinema Palazzo nella zona di San Lorenzo avvenuta nell’aprile 2011. Il giudice monocratico ha infatti stabilito che gli imputati “non hanno commesso il fatto”. Tra questi figuravano non solo l’attrice, ma anche l’ex deputato ed esponente Pd Marco Miccoli, l’ex consigliere capitolino della Sinistra arcobaleno Andrea Alzetta e l’ex consigliere e attivista del centro sociale “Corto circuito” Nunzio D’Erme.
Lo scorso 15 gennaio la procura aveva chiesto una condanna a sei mesi per tutti gli imputati per occupazione arbitraria di edificio altrui. L’occupazione risale ad aprile 2011, quando venne organizzata una protesta contro la destinazione della struttura da parte degli affittuari (la società Camene spa) a sala giochi-casinò. Gli imputati erano accusati di avere “in concorso tra di loro, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso – si legge nel capo d’imputazione – arbitrariamente invaso al fine di occuparlo lo stabile sito in Roma in piazza dei Sanniti”.
ASSOLTI! EVVIVA!
Con l’augurio che in futuro sotto processo ci finisca chi commette un reato e non chi cerca di…Pubblicato da Sabina Guzzanti su Giovedì 25 marzo 2021
Alla lettura della sentenza di assoluzione era presente in aula Sabina Guzzanti, difesa dall’avvocato Francesco Romeo. “Sono felice – ha commentato Guzzanti dopo la pronuncia del giudice – siamo stati 9 anni sotto processo senza una prova. Non è stato uno stress da poco e non è giusto”. Poi su Facebook l’attrice ha scritto: “Con l’augurio che in futuro sotto processo ci finisca chi commette un reato e non chi cerca di impedirlo. Dopo 9 anni di processo assolti con formula piena. La società Camene che lo aveva affittato per farci un casinò, chiedeva un risarcimento di un milione e mezzo più sei mesi di condanna, perché avremmo impedito un guadagno con un’attività che la legge peraltro vietava in quella zona”. E continua: “Nel 2011 l’intero quartiere si sollevò con il sostegno di una larghissima parte del mondo della cultura e fra le migliaia di persone che parteciparono alle proteste, l’accusa scelse 11 persone fra cui me, senza nessuna prova. Come venne rilevato inoltre da più di un giornalista tra cui Sigfrido Ranucci che avevano ricostruito la struttura della società, la Camene non aveva nemmeno i requisiti di trasparenza per potersi occupare di gioco d’azzardo. Sotto processo però siamo finiti io e altre 10 persone innocenti”.