Ha atteso oltre sessanta giorni per presentarsi in conferenza stampa davanti ai giornalisti. Un incontro preparato dal suo staff nei minimi dettagli, per evitare che cadesse nella trappola di domande scomode – che non ci sono state – e soprattutto delle sue stesse gaffe. Del resto, lui stesso si definì una “gaffe machine”. Il presidente americano Joe Biden, nel suo primo briefing da presidente coi cronisti, ha insistito su tre punti in particolare: l’obiettivo di somministrare 200 milioni di dosi di vaccino entro i suoi primi cento giorni, di “ricostruire il sistema di immigrazione” e l’intenzione di ricandidarsi nel 2024 per un secondo mandato – avrebbe 82 anni -, sempre in ticket con la sua vice Kamala Harris. Potrebbe dunque nuovamente profilarsi la sfida con Donald Trump se il tycoon scioglierà le riserve e deciderà di scendere ancora una volta in campo in prima persona.
Il cuore dell’intervento, comunque, resta la campagna di vaccinazione in America e l’ambizione delle 200 milioni di dosi inoculate entro i primi cento giorni della sua amministrazione. Un cambio di passo in grado di imprimere una vera svolta alla lotta alla pandemia. Si tratta infatti del doppio delle dosi annunciate al momento del suo insediamento alla Casa Bianca, con la soglia di 100 milioni di vaccinazioni già raggiunta venerdì scorso in appena 59 giorni. Quanto alla crisi dei migranti che premono al confine col Messico e che i repubblicani brandiscono contro i democratici in queste settimane, il presidente si è giustificato: “La stragrande maggioranza del flusso di immigrati che attraversano il confine viene rimandata indietro e il balzo negli arrivi si verifica ogni anno”, ha detto, spiegando che quello che la sua amministrazione sta cercando di fare è “ricostruire il sistema dell’immigrazione, un problema di lungo termine”. “Ma non volterò le spalle ai bambini migranti, nessuna amministrazione eccetto quella guidata da Donald Trump lo farebbe”, assicura. Quella che ha preso forma al confine meridionale degli Stati Uniti è però un’emergenza umanitaria, visto che ogni giorno almeno 600 bambini migranti non accompagnati e provenienti da diversi Paesi del Centro America passano il confine.
Solo un accenno invece all’altra crisi del momento, quella legata al controllo delle armi da fuoco dopo le due stragi di massa in una sola settimana, quella di Atlanta e del Colorado in cui sono morte rispettivamente 8 e 10 persone. Biden ribadisce quindi con forza come al momento la priorità delle priorità resta la lotta al Covid, e rivendica il piano di aiuti da 1.900 miliardi di dollari a famiglie e imprese e il successo delle vaccinazioni grazie all’accordo da 200 milioni di dosi con la Johnson&Johnson e a quelli con Pfizer e Moderna per un totale di 600 milioni di dosi. Mentre sul fronte della ripresa dell’economia dopo mesi di restrizioni ammette come ancora ci sia “molto da fare”: “Nonostante molti osservatori hanno rivisto al rialzo le stime di crescita per quest’anno, indicando una crescita superiore al 6%, ci sono ancora troppi americani senza lavoro”.
Poi la politica estera, con due messaggi chiari a Pechino e a Pyongyang. “Conosco Xi Jinping da tempo, è una persona intelligente. Abbiamo parlato per due ore: gli ho detto chiaramente che non vogliamo un scontro ma una competizione e una concorrenza leale“. Mentre sulla Corea del Nord, nel giorno in ci Pyongyang lancia due missili balistici nel Mare del Giappone, gli Usa si stanno confrontando con gli alleati: “Se sceglierà un’escalation ci sarà una risposta. Ma sono pronto anche a qualche forma di diplomazia, a condizione di una denuclearizzazione”.