Una task force di esperti per le procure impegnate nelle indagini per stabilire se i vaccini possano aver causato o innescato la causa di decessi dopo la somministrazione. Come riporta il Corriere della Sera Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco e Cts, Comitato tecnico scientifico, sono a disposizione con personale specializzato per fornire agli inquirenti le indicazioni e le informazioni che possono essere utili. L’input è stato dato dal procuratore generale della Corte di cassazione, Giovanni Salvi, con una lettera destinata ai procuratori generali delle Corti d’appello perché ogni procura italiana possa usufruire di questa possibilità. Nei giorni scorsi sono state diverse le inchieste aperte in seguito ad alcuni decessi per cui sono state disposte le autopsie. Fino a questo momento gli esami hanno escluso legami o nessi. Ogni volta che si esegue un esame autoptico sia la procura che le altri parti nominano o possono nominare consulenti.
La lettera di Salvini è partita il 18 marzo, e informa che l’Aifa è pronta a supportare “gli organi inquirenti interessati, su loro richiesta”, offrendo ogni sostegno “tecnico, professionale e scientifico necessario ad acquisire in via diretta e riservata le informazioni utili sulle caratteristiche e il funzionamento dei diversi vaccini”. Tre dirigenti dell’Aifa possono essere contattati in qualsiasi momento via email o cellulare. Ma non solo Aifa potrà a sua volta contare sulla disponibilità di altri esperti del Comitato tecnico scientifico come i professori Franco Locatelli, Silvio Brusaferro e Giuseppe Ippolito. Non un’attività di consulenza perché chi indaga, chi è indagato o chi è parte offesa in un reato ipotizzato possono nominare degli esperti, ma di supporto.
Chi indaga potrà avere quindi informazioni, indicazioni e aiuto “scientifico” prima eventualmente di decidere misure come il sequestro di un intero lotto di dosi. Per Salvi lo scambio di informazioni permetterà “di indirizzare le iniziative investigative, con indubbi benefici in termini di efficacia e proporzionalità”. Per questo sono state già chieste ad Aifa e al ministero della Salute le informazioni di carattere generale su vaccini e somministrazioni, che saranno condivise in una prossima riunione (per via telematica) con i tutti i procuratori generali, seguendo un modello già sperimentato lo scorso anno, dopo la prima ondata della pandemia. L’intento è quello di evitare che la campagna vaccinale possa procedere contemporaneamente alle esigenze di giustizia.