“Le decisioni sono sempre state prese in unità di crisi. E in unità di crisi c’eravamo anche noi di Aria”. Lorenzo Gubian, direttore generale e neo amministratore unico della società di Regione Lombardia che gestisce la piattaforma per le vaccinazioni anti Covid, si assume così parte delle responsabilità sulla decisione di utilizzare la piattaforma predisposta da Aria anziché quella di Poste Italiane e di anticipare l’inizio delle somministrazioni agli over 80. Una decisione, presa dai vertici di Regione Lombardia, foriera di tutti i disservizi subiti in queste settimane dagli ultraottantenni lombardi. “È stata l’unità di crisi a decidere di partire da subito con la vaccinazione – ha detto Gubian in commissione al Pirellone -. La compressione dei tempi è stata una difficoltà in più, ma la si è accettata, valutando i rischi, per poter iniziare prima la campagna vaccinale”. Ma le sue parole non scagionano per nulla il governatore Attilio Fontana, la sua vice e assessora al Welfare Letizia Moratti e il super consulente Guido Bertolaso. Ne è prova la cronistoria contenuta nella relazione svelata da ilfattoquotidiano.it che lo stesso Gubian ha inviato ai consiglieri di amministrazione nei giorni precedenti all’azzeramento del cda. Perché prima che l’unità di crisi, guidata da Bertolaso e composta tra gli altri dalla direzione generale dell’assessorato al Welfare, prendesse la sua decisione, tale decisione in realtà l’avevano già presa e annunciata alla stampa Fontana e Moratti. E una volta che i tempi erano già stati dettati per via mediatica, non era certo possibile per i tecnici smentire i vertici politici.
“11 febbraio presentazione a Guido Bertolaso e al team dell’unità di crisi del sistema a supporto della campagna vaccinale”, si legge infatti nel documento inedito. “L’unità di crisi decide di anticipare la partenza della campagna vaccinale dal 1° marzo al 15 febbraio e l’avvio delle vaccinazioni al 18 febbraio”. Attenzione alle date: esattamente il giorno prima, il 10 febbraio, Moratti e Fontana avevano già annunciato alla stampa la stessa cosa: “Prende il via giovedì 18 febbraio in Lombardia la vaccinazione per le persone over 80. A partire da lunedì 15 febbraio, le cittadine e i cittadini potranno manifestare la propria adesione attraverso la piattaforma online dedicata alla campagna”. Ecco la prova che la decisione fu della linea politica, non di quella tecnica o di Aria.
La scelta di non puntare da subito su Poste – ha spiegato oggi al Pirellone Gubian – dipese dal fatto che erano necessarie delle modifiche alla piattaforma proposta che richiedevano tempo, in particolare per consentire una modalità di assegnazione degli appuntamenti “a invito” e non “a prenotazione”: in una fase con tante persone da vaccinare e poche dosi a disposizione si voleva evitare un click day. Ma le modifiche richieste alla piattaforma di Poste, progettata per fornire direttamente la prenotazione degli appuntamenti, avrebbero richiesto tempi tecnici che non andavano d’accordo con gli annunci mediatici. Per questo la scelta fu di puntare su Aria per la predisposizione di una sua piattaforma.
Tale decisione, in base alla relazione inviata da Gubian al cda, fu anch’essa politica, in quanto comunicata da Bertolaso ad Aria il 7 febbraio. E Aria– si legge nel documento – venne “messa nelle condizioni” di avviare lo sviluppo dei software organizzativi per poter sostenere la campagna di vaccinazione solo l’8 febbraio. Quando alla dead line del 15 mancava solo una settimana. E infatti al debutto il sito per le adesioni degli over 80 andò in crash, prologo di tutti gli altri disguidi arrivati fino ai nostri giorni nella gestione delle prenotazioni.
Del resto che la situazione fosse complicata dal punto di vista tecnico lo si capisce da un altro passaggio della relazione condivisa con il cda e arrivata anche sul tavolo di Moratti e dell’assessore al Bilancio Davide Caparini: dopo la decisione di anticipare le somministrazioni agli over 80, si procede “all’implementazione del sistema di assegnazione dei cittadini alla campagna vaccinale con una modalità non ancora definitiva ma semi automatica. Tale decisione sembrava attuabile poiché non si immaginavano le enormi difficoltà da parte delle Ats a governare le agende dei centri vaccinali”.
I rischi furono dunque valutati, come oggi ha ribadito più volte Gubian in commissione. Ma le valutazioni hanno scontato tutti i ritardi del piano vaccinale predisposto da parte dei vertici regionali. Spiegando infatti che per gli over 80 si è scelto un approccio “capillare”, cioè con tanti centri vaccinali, Gubian ha ammesso che Aria non conosceva a priori tutti gli elementi: “Si era fatta una valutazione dei rischi, quello che al momento non era noto era il numero dei centri vaccinali che avremmo dovuto gestire e il numero di ambulatori all’interno di questi centri. Raccogliere e configurare le agende di un sistema così complesso ha portato anche a errori materiali nella configurazione delle agende”.