L'ex capo della Protezione civile per quasi 4 anni intervistato da Repubblica mentre è da Leroy Merlin: "Sto mettendo a posto una casa che era ferma da tanti anni". E sul lavoro dell'ultimo anno rivendica: "Abbiamo sempre fatto quello che i governi ci hanno chiesto"
Nel corso della prima ondata era diventato un volto familiare, anche se la sua cadenza nell’elenco dei dati sulla pandemia in corso durante il lockdown non era piaciuta proprio a tutti. Ora Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile per quasi 4 anni, ha mollato ogni incarico dopo la sostituzione con Fabrizio Curcio, peraltro suo predecessore. Ha fatto richiesta per entrare alla Corte dei Conti: “Sono un esperto di contabilità” dice nella prima intervista dopo l’addio, rilasciata a Repubblica. “Ho saputo giusto ieri che la pratica per l’accettazione della richiesta è partita, è solo questione di tempo e sarò un magistrato contabile”. L’umore non è dei migliori. Quando Repubblica gli fa notare che la Protezione Civile è stata col tempo allontanata dai riflettori e dal coordinamento sulla gestione della pandemia risponde così: “Non voglio fare polemiche adesso, non servirebbero a nessuno. Tra un mese spiegherò tutto, forse due”. Per Borrelli “è una ferita aperta” che “non si è cicatrizzata: ci vorrà un altro mese, direi due”. Una frase, questa, che Borrelli ripete nell’intervista tre volte.
“Vedo di nuovo la luce” dice ora dopo che nella prima ondata è stato protagonista e nella seconda il suo dipartimento è praticamente scomparso. “Ora, per dirle, sono da Leroy Merlin. Sto mettendo a posto una casa che era ferma da tanti anni, quanto quelli in cui sono stati ai vertici della Protezione civile”. L’ex funzionario di Palazzo Chigi dice ovviamente di fare il tifo perché “il piano vaccinale è la madre di tutte le battaglie”. Sugli ultimi 6 mesi spiega: “La pandemia è un’emergenza e quindi è un compito naturale della Protezione civile. Per statuto, per natura, e sfido chiunque a dire che il coronavirus non sia stato e non sia un’emergenza. Abbiamo sempre fatto quello che un governo ci ha chiesto, siamo pur sempre un dipartimento della presidenza del Consiglio”. Ma per i dettagli rimanda a fra un po’: “Un mese, forse due”.