Sono 23.987 i nuovi casi accertati di coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, su 354.952 tamponi molecolari e antigenici processati. Il tasso di positività resta intorno al 6,8% come ieri. Sono invece 457 i morti, secondo i dati del ministero della Salute. Dopo la flessione inedita di ieri, torna a crescere il numero delle persone ricoverate in ospedale: nei reparti ordinari sono assistite 28.472 persone, in aumento di 48 rispetto a giovedì. Sono invece 3.628 i pazienti Covid ricoverati in terapia intensiva, solo 8 più di ieri nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione sono 288. Le persone attualmente positive al coronavirus in Italia sono 566.711, ancora in crescita (+3753).
Rispetto a venerdì scorso, i contagi giornalieri sono 1.748 in meno. Anche il tasso di positività era più alto (al 7%) una settimana fa. Si conferma quindi il rallentamento dell’andamento della pandemia, perché la crescita dei nuovi casi non è più superiore a quella di una settimana fa, seppure di poco: da lunedì ad oggi i positivi accertati sono 101.663, mentre nei primi cinque giorni di settimana scorsa furono 109.392. I casi totali da inizio epidemia sono 3.488.619.
Rallenta anche l’aumento dei ricoveri: sono cresciuti di 988 negli ultimi 5 giorni, la scorsa settimana al venerdì il saldo diceva +2.340. Gli ingressi in terapia intensiva invece restano costanti e questa settimana sono stati già quasi 1400. I decessi, invece, sono ancora in crescita: 2.314 da lunedì ad oggi, una media superiore a 460 al giorno. I morti totali salgono così a 107.256 da inizio pandemia.
Ancora la Lombardia la Regione con più casi: +5.077 nelle ultime 24 ore. È seguita da Emilia-Romagna (+2.391), Puglia (+2.162), Veneto (+2.095) e Lazio (+2.006). Dieci Regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia e Umbria) presentano un sovraccarico sia nelle terapie intensive che in area medica. Per la Provincia autonoma di Trento e la Toscana la pressione riguarda invece le terapie intensive.