di Giovanni Casciaro
In questi giorni è stato lanciato un appello internazionale di solidarietà a favore di Mediterranea Saving Humans, ong impegnata nel salvataggio in mare di persone migranti. L’appello è motivato dal continuo attacco politico-giudiziario a Mediterranea e altre ong con l’accusa di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. Prima firmataria la capitana della Sea Watch Carola Rackete, seguono le firme di note attiviste e attivisti per i diritti umani, intellettuali, giornalisti e accademici di vari paesi.
L’accusa a Mediterranea, da parte della procura di Ragusa, si riferisce a fatti del settembre 2020, quando la petroliera Etienne, dopo aver salvato 27 migranti, rimase in attesa dell’assegnazione di un “porto sicuro” per 37 giorni. Alle richieste di aiuto del comandante della Etienne, risposero i responsabili della nave gestita da Mediterranea, che, verificate le condizioni insostenibili dei migranti, decisero di trasportarli in Sicilia.
Mediterranea pose così fine alla loro sofferenza e alle ingenti perdite economiche della petroliera. Attuò quanto previsto dalla Convenzione di Amburgo, ratificata anche dall’Italia: trasportare i naufraghi in “tempi ragionevoli in un porto sicuro”. Fece quanto gli enti statali preposti avrebbero dovuto fare.
Pertanto non si dovrebbe indagare sui soccorsi, ma sui sequestri di persone inermi e sulle responsabilità politiche, come si dovrebbe indagare a mio avviso su Frontex, agenzia europea di controllo dei confini esterni, per le responsabilità nei respingimenti illegali di migliaia di migranti verso gli infernali campi di detenzione libici. Si dovrebbe far rispettare quanto stabilito nelle Convenzioni internazionali: il dovere di soccorrere vite umane in pericolo, prevale sull’interesse statale alla “protezione delle frontiere”.
È ingiusto procedere quindi contro le organizzazioni umanitarie e screditarle con accuse che ritengo false, di connivenza con gli scafisti in passato, di “accordo finanziario” con gli armatori nel caso della Etienne. Ed è grave imporre blocchi nei porti alle “navi umanitarie” e rendere così più probabili le morti senza testimoni nel Mediterraneo. Un mare diventato cimitero, dove sono assenti le operazioni di soccorso degli Stati europei, che avrebbero il dovere, etico e giuridico, di salvare i naufraghi.
In questa triste situazione Dunja Mijatovic denuncia: “L’approccio dei Paesi europei alla migrazione sta causando migliaia di morti ogni anno, morti che si potrebbero evitare”. È proprio il funesto approccio attuato e rivendicato dall’ex ministro Salvini, sostenuto dalla Meloni!
Lungo la rotta balcanica intanto le stesse tristi vicende e lo stesso atteggiamento repressivo verso i soccorritori: a Trieste da parte la Digos una perquisizione in casa di Gian Andrea Franchi e Lorena Fornasir, dell’associazione Linea d’Ombra, alla ricerca di prove di reato. I volontari di Linea d’Ombra realizzano solo solidarietà: donano cibo, scarpe, vestiario; fanno medicazioni ai piedi; offrono un momento di calore umano a persone migranti infreddolite, affamate, ferite, malate, braccate e respinte dalle polizie, prede dei trafficanti.
In questi giorni a Oulx, in alta Valsusa, è stata sgomberata la casa cantoniera, punto di accoglienza per i migranti. Si ostacolano quindi le iniziative di soccorso ovunque e si estendono atti vessatori verso gli operatori umanitari, che aiutano persone in fuga da guerra e povertà.
Non possiamo restare indifferenti, accogliamo l’appello a favore di Mediterranea, riportato nel sito https://mediterranearescue.org