Un patrimonio speso in case e automobili dopo trent'anni passati nella storica chiesa di Saint-Germain-des-Près, nel cuore di Parigi. Ora dovrà rimborsare danni per 75.000 alla diocesi
Si intascava le offerte dei fedeli. Per questo Georges C., sacrestano della chiesa di Saint-Germain-des-Prés, la più antica di Parigi, è stato condannato a 18 mesi di carcere con la condizionale. Secondo quanto scrive il quotidiano Le Monde, presso il suo domicilio sono state rinvenute grandi somme di denaro anche in valute estere e dagli estratti conto sono risultati bonifici per oltre 100.000 euro (solo per l’anno 2017). Non solo. Sono stati scoperti anche nove veicoli intestati a suo nome, tra cui un’Audi cabriolet, una Peugeot 508, una Renault Espace e due caravan.
Lui e la moglie disponevano di un alloggio “di servizio” a spese della parrocchia ma è risultata inoltre proprietaria di quattro appartamenti a Parigi, di un altro a Charenton-le-Pont (Val-de-Marne) e di una residenza a Palaiseau (Essonne). Ma come se non bastasse, Georges C. è anche membro di quattro società, di cui una nel campo degli “additivi petroliferi”. Eppure lui e la moglie intascavano già circa 4.000 euro di stipendio mensili.
Giunto dalla Siria alla fine degli anni 80, Georges era diventato un punto di riferimento per la parrocchia e tutti si fidavano di lui, tanto da commissionargli il compito di raccogliere le offerte, talvolta anche elevate (50-100 euro). Poi, verso la fine del 2017, il parrocco ha cominciato a sospettare qualcosa, dal momento che le offerte sembravano improvvisamente calate. A quel punto ha avvertito la polizia e un ufficiale giudiziario ha fotografato i sacchi con le banconote, preventivamente segnate con un tratto verde. Ignaro di tutto, il sacrestano è uscito dalla chiesa e gli agenti, in borghese, lo hanno sorpreso con quasi 500 euro e di cui 320 marchiati di verde. Dinanzi al tribunale, il 62enne imputato ha riconosciuto il furto dei 320 euro. “Il parroco aveva messo mia moglie part-time dopo 17 anni servizio. Volevo solo vendicarmi”, ha dichiarato. Poi ha aggiunto: “Sono furbo, so trovarmi delle occasioni“. Dal suo licenziamento, l’uomo lavora in una pompa di benzina guadagnando 1.260 euro al mese. Ora dovrà rimborsare alla diocesi danni per 75.000 euro e scontare i 18 mesi di carcere.