Lo showgirl e la madre, Gianna Orrù, si sono raccontate al settimanale Oggi: "Avevo il timore che potesse accadermi qualcosa di brutto, non solo a me ma anche ai miei cari, quando provai a richiedere indietro i miei denari. Uscirono connivenze con gente pericolosa, macchine bruciate, avvertimenti inquietanti. Sono stata plagiata nel peggiore dei modi e certo non sono una rimbambita", ha spiegato Gianna
“Ha tessuto la sua trama sapientemente il criminale. Ha conquistato la mia fiducia, mi ha fatto pena, mi ha raccontato le sue disgrazie, mi ha fatto sentire importante”, inizia così il racconto di Gianna Orrù, mamma di Valeria Marini, che al settimanale Oggi racconta con sua figlia la truffa di cui è stata vittima e che le ha portato via ben 335 mila euro. L’incontro con l’uomo in questione arriva nel 2017, complice un lavoro della showgirl, e un anno dopo la proposta di far investire alla Marini denaro in bitcoin: “Io non ci pensai proprio. Mi confrontati con un direttore di banca che mi spiegò che queste erano prevalentemente truffe e declinai la proposta pensando che fosse finita lì“, spiega la primadonna del Bagaglino.
“Io invece mi lasciai convincere. Mi aveva parlato di questo suo amico trader, Andrea Valerio Inturri, di cui quasi per un anno mi aveva tessuto le lodi e raccontato dettagli importanti, tanto mi pareva di conoscerlo. Investiamo così i primi 5 mila euro, ma mi convinse a versarli sul suo conto, quel furfante, raccontandomi che lui avrebbe messo la stessa cifra. Mi prenderei a schiaffi. Aveva creato una sceneggiatura degna di un film. Piena di particolari credibili, di dettagli, mi aveva mostrato i documenti e la piattaforma di investimento, la Etoro, abbiamo firmato una scrittura privata. Ero certa che fosse tutto assolutamente lecito”, spiega la Orrù al settimanale diretto da Umberto Brindani. Da qui l’investimento di altri 5 mila euro, credendo di aver ottenuto 48 mila euro dai 10 mila iniziali. “Mi sembrava tutto così vero, credibile e affidabile. Inturri mandava mail quotidianamente per aggiornarmi delle performance, così decisi di investire ancora. Forte della mia scrittura privata. Fino ad arrivare a 335 mila euro.” Nel frattempo i tentativi inutili di sua figlia Valeria: “L’ho messa in guardia ma era tardi. Provai a farla ragionare, ottenendo solo l’effetto contrario. Ho assunto un investigatore privato per dimostrare a mia madre quello che accadeva. Se l’è presa a morte, non mi ha parlato per mesi.”
La Orrù accenna anche alle minacce subite dopo aver scoperto tutto e dopo aver denunciato: “Avevo il timore che potesse accadermi qualcosa di brutto, non solo a me ma anche ai miei cari, quando provai a richiedere indietro i miei denari. Uscirono connivenze con gente pericolosa, macchine bruciate, avvertimenti inquietanti. Sono stata plagiata nel peggiore dei modi e certo non sono una rimbambita. In quel momento per me era una questione di orgoglio, di dignità personale. Mi ritenevo perfettamente in grado di gestire la faccenda e di riavere quanto avevo investito. Era dura ammettere a me stessa che ero stata ingannata, turlupinata, umiliata. Mi fidavo troppo di lui e cacciai da casa mia Valeria quando seppi come si era rivolta a lui.”
Una brutta esperienza che ha lasciato però il segno: “Mia madre è stata malissimo e ancora non ne è fuori. Ha un’ansia devastante, l’idea di essere stata messa in scacco da un uomo che aveva ottenuto la sua fiducia la tormenta: non si dà pace”, ha concluso la Marini.