di Emanuela Ghignoni, Francesco Pastore e Leonello Tronti

Qualcuno propone l’obbligo vaccinale per tutti. Molti lo propongono almeno per il personale della sanità. Ormai sono già numerosi i casi di infermieri no-vax che hanno causato focolai Covid negli ospedali. I no-vax si oppongono invocando una presunta libertà di scelta. Ma cosa c’è di male nell’obbligo vaccinale? Chi non si vaccina non ha un argomento, neppure uno solo. E con i suoi pregiudizi rischia di danneggiare gli altri, oltre che se stesso.

L’obbligo vaccinale è giustificato innanzitutto da argomenti paternalistici (in senso tecnico). C’è gente che non capisce quale sia il proprio bene. Perciò, chi tutela il bene comune deve costringerli a fare il loro bene, per sé e per gli altri. È lo stesso ragionamento che giustifica da sempre le tasse sulle sigarette e sull’alcool, oltre che l’obbligo di indossare il casco e di pagare i contributi pensionistici.

Nel caso del vaccino si tratta di un bene meritorio, un bene che va cioè incentivato con l’obbligatorietà, anziché tassato. Non si tratta di dire alla gente come vivere ma come non morire. Lo stato deve supplire in certi casi all’ignoranza e al pregiudizio dei cittadini. A 25 anni la pensione può sembrare una stupidaggine, a 65 anni però ci si rende conto che è molto importante. Chi non prende il Covid può sentirsi intelligente a parlare a sproposito di vaccini. Se però prende il virus capisce subito quanto la logica no-vax sia senza senso.

Un altro argomento, non fondato sul paternalismo, ma anche più grave, è il seguente. Tu no-vax non hai paura del virus e vuoi rischiare la tua pelle? Bene, per me potresti anche essere libero di non vaccinarti. Ma c’è il piccolo problema che puoi essere portatore, anche sano, anche senza saperlo. E per questo puoi essere una minaccia per la salute pubblica. Questo non può in alcun modo essere tollerato. Non sei solo tu a rischiare: sono tutti quelli a cui ti avvicini. Non può essere tollerato che qualcuno metta a repentaglio la vita degli altri quando può evitarlo, o almeno ridurne sensibilmente la probabilità.

Insomma, in favore dell’obbligo vaccinale ci sono argomenti di tipo “paternalistico” ma anche di altro tipo. È come per i caschi in moto. Si può anche non essere paternalisti e pensare che se uno si vuole rompere la testa sono fatti suoi. Ma l’obbligo serve ad evitare i costi, a carico di tutti, che la sanità dovrebbe sostenere per rappezzarlo. Con i vaccini è la stessa cosa. Si può anche pensare ‘se vuoi morire, fai con comodo’. Ma l’obbligo serve a ridurre i costi immensi della pandemia. Costi sanitari, per i ristori, la perdita di Pil dovuta alle chiusure, e così via. Si può accettare che ognuno sia il miglior giudice di se stesso, ma solo per quanto riguarda se stesso. Non si può rischiare la vita degli altri, né contribuire a diffondere una pandemia che implica costi immensi a carico della collettività. Quindi tutti devono vaccinarsi, senza se e senza ma. E non è dittatura sanitaria: è solo buon senso e doverosa tutela della salute pubblica.

Purtroppo, nonostante le buone ragioni evidenziate, l’obbligo vaccinale ancora non è stato introdotto. Governo e Parlamento non l’hanno ancora deciso, forse anche perché i no-vax votano. Ma così si mette a rischio il bene comune per una manciata di voti in più. La democrazia è un sistema imperfetto. Ma se si intende la democrazia come un progetto di sviluppo umano, anche culturale, di libertà e di responsabilità dei cittadini, e non solo come il conteggio dei voti o delle risposte ai sondaggi, il problema non è più che i no-vax votino, ma che la politica italiana abbia perduto del tutto il senso del bene comune, e quindi anche il progetto di sviluppo umano di cui è portatrice la nostra Costituzione democratica.

I no-vax votino come meglio credono, ma i loro voti dannosi per la collettività dovrebbero essere contrastati e non contesi dai partiti politici. E i cittadini intelligenti e attenti al bene comune non dovrebbero votare i partiti che fanno l’occhiolino ai no-vax.

Purtroppo, è difficile isolare il voto su questioni specifiche. Ci vorrebbe un patto di non belligeranza per il bene comune fra i partiti; e se poi i no-vax non votassero più sarebbe il male minore. Ma per molti politici il bene comune viene solo dopo l’accaparramento dei voti dei no-vax, che anzi vanno blanditi e accuditi perché canalizzano il voto di protesta. I cittadini responsabili fanno quello che possono. Ma evidentemente non è abbastanza se la politica corre dietro a posizioni che distruggono la ricerca del bene comune in una parte non indifferente della popolazione.

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