La repressione dei militari golpisti in Myanmar si è ormai trasformata in una carneficina quotidiana che non risparmia nemmeno la popolazione civile, compresi i bambini. E oggi è stato registrato un nuovo record di vittime della violenza delle forze di sicurezza birmane, con oltre 90 persone uccise, nel giorno in cui l’esercito celebrava la Giornata delle Forze Armate. Tra queste, riferisce il Guardian che cita le testimonianze di persone sul posto, anche un bambino di appena 5 anni e una bambina di 13.
“Oggi è un giorno di vergogna per le forze armate”, ha detto a un forum online il dottor Sasa, portavoce del Crph, un gruppo anti-giunta costituito da legislatori deposti. A riferire dell’uccisione del bimbo di 5 anni è il quotidiano inglese, mentre della bambina di 13 anni ha parlato il sito di informazione Myanmar Now, secondo cui la piccola è stata uccisa a Meikhtila, raggiunta da spari nella sua casa dopo che le forze armate della giunta hanno aperto il fuoco in zone residenziali della città. Una situazione simile a quella che aveva portato, il 23 marzo, all’uccisione di un’altra bambina di appena 7 anni.
Dura la condanna degli Stati Uniti e dell’Unione europea. L’ambasciata Usa in Birmania ha attaccato l’esercito per l’uccisione di “civili disarmati”: “Le forze di sicurezza stanno uccidendo civili disarmati, compresi bambini, proprio le persone che hanno giurato di proteggere”, si legge in un comunicato diffuso sulla pagina Facebook dell’ambasciata. Le sedi diplomatiche dell’Unione europea e del Regno Unito hanno fatto lo stesso: “Questa 76esima giornata delle forze armate del Myanmar rimarrà impressa come una giornata di terrore e disonore. L’uccisione di civili disarmati, compresi i bambini, è un atto indifendibile“, scrive sui social l’ambasciata Ue a Rangoon. L’ex potenza coloniale britannica ha anche affermato che le Forze di Sicurezza “si sono disonorate sparando a civili disarmati”.