Duecento operatori sanitari della provincia di Lecce non si sono presentati alla chiamata per essere vaccinati contro il Covid. Un numero importante – su una popolazione di circa 10mila tra medici e infermieri – che ha spinto la Asl a lanciare una sorta di ultimatum, sulla scorta della legge regionale approvata nelle scorse settimane che “raccomanda fortemente” la vaccinazione.
“Faremo l’ultima chiamata, dopodiché prenderemo le decisioni più appropriate a seconda dei casi, dopo che il medico competente avrà il perché della mancata vaccinazione”, ha spiegato al Corriere del Mezzogiorno il direttore generale Rodolfo Rollo.
Il rischio è quello di subire provvedimenti da parte della Azienda sanitaria, come già accaduto a Brindisi. Tra le possibilità contemplate ci sono le ferie forzate, il cambio di mansioni e, laddove ci siano le condizioni, la sospensione dal servizio. “Quando sono emerse problematiche che hanno impedito l’inoculazione del siero, siamo stati noi a concedere tempo – ha detto ancora Rollo – Ma ci sono operatori che non si sono proprio presentati adducendo motivi legati alla privacy”.
Nella lista degli operatori non vaccinati, scrive sempre il Corriere del Mezzogiorno, c’è anche il direttore medico dell’ospedale Covid Santa Caterina Novella di Galatina, Giuseppe De Maria, che assicura di avere solo rimandato di qualche giorno l’appuntamento con l’inoculazione della fiala, avendola ceduta a chi opera in corsia a stretto contatto con i pazienti.
Le ferie forzate sono state disposte già nella Asl di Brindisi ad una ventina di dipendenti che hanno rifiutato di immunizzarsi. Il provvedimento era stato fortemente contestato dai sindacati visto che all’inizio si era mosso in autonomia il direttore sanitario di un ospedale del Brindisino. Ma la mossa è stata poi ‘sposata’ dall’Azienda sanitaria locale, la prima ad applicare la raccomandazione della Regione Puglia, che si è mossa per spingere la platea di medici e infermieri a immunizzarsi del tutto.