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Bielorussia, 245 arresti durante le manifestazioni contro Lukashenko: in manette anche un giornalista della Deutsche Welle

Svetlana Tijanovskaya, la leder dell'opposizione in esilio, ha chiesto che si arrivi ad una mediazione pacifica. La raccolta firme sul web ha raccolto già 750mila aderenti. Ma il ministero degli Interni ha negato che ci siano state riunioni di massa e affermato che si è provveduto ad arresti mirati per reati amministrativi

Sono 245 le persone arrestate dalle forze di sicurezza della Bielorussia durante le nuove manifestazioni che si sono svolte ieri contro il presidente Aleksander Lukashenko. È quanto emerge dal bilancio diffuso oggi dall’organizzazione per i diritti umani Viasna, mentre nelle immagini diffuse sui social si vedono gli agenti della sicurezza usare violenza contro i manifestanti. La maggior parte degli arresti è stata condotta nella capitale Minsk. Secondo Viasna, le persone sono state arrestate in modo casuale, ad esempio alla fermata dell’autobus. Ma a finire in manette sono stati anche i giornalisti, come l’inviato dell’emittente tedesca Deutsche Welle, Nick Connolly, arrestato per cinque ore.

Il ministero degli Interni bielorusso ha però negato che ci siano state riunioni di massa e affermato che si è provveduto ad arresti mirati per reati amministrativi. Nel frattempo, la leader dell’opposizione in esilio, Svetlana Tijanovskaya, ha promosso attraverso Telegram un negoziato con Lukashenko grazie alla mediazione straniera per “uscire in modo pacifico dalla crisi”. Tijanovskaya ha affermato che oltre 750mila persone hanno votato a favore di questi negoziati attraverso Internet o tramite la piattaforma Golos.