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Draghi alle Regioni: “Obiettivo dei 500mila vaccini al giorno non è lontano. Riaperture? Programmarle per quando sarà possibile”

Il presidente del Consiglio ha parlato al vertice con i governatori, ricordando il termine fissato dalla Commissione Ue: "le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l'immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa". Pressing dei presidenti di Regione leghisti per anticipare gli allentamenti delle restrizioni: zone gialle dove i contagi lo consentono

Si può “iniziare a guardare al futuro con ottimismo” perché “la campagna vaccinale sta andando migliorando continuamente e rapidamente”, con l’obiettivo delle 500mila dosi al giorno che “non sembra così lontano”. Sono le parole di Mario Draghi all’incontro con le Regioni sui vaccini, in cui il premier ha dovuto rispondere al pressing, arrivato in particolare dai governatori leghisti, per delle “riaperture ragionevoli” già nel mese di aprile. Draghi ha ribadito che “bisogna cominciare ad aver di nuovo il ‘gusto del futuro‘”, ma allo stesso tempo ha chiesto ancora cautela e pazienza, sottolineando la necessità di programmare le riaperture già da ora per quando sarà possibile. E il premier ha fissato anche un termine temporale: “La Commissione ha assicurato che le dosi dovrebbero essere più che sufficienti per raggiungere l’immunità per il mese di luglio in tutta l’Europa”, ha spiegato il premier.

Al vertice tra il governo e le Regioni, tenuto in videoconferenza, sono presenti il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini, il ministro della Salute Roberto Speranza, il commissario per l’emergenza Francesco Paolo Figliuolo, il capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio e i presidenti di regione. L’incontro è stato chiesto dai governatori dopo le parole pronunciate da Draghi in Parlamento la scorsa settimana, quando ha parlato di differenze nella campagna di vaccinazione “difficili da accettare“. Da parte del governo è stata confermata la volontà di un impegno comune per il buon esito della campagna vaccinale, superando ogni incomprensione. Il premier Draghi ha introdotto il vertice, poi ha ascoltato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, e il vice Giovanni Toti.

Le Regioni hanno chiesto di “guardare al futuro per dare un segnale al Paese. Si cominci a fare un ragionamento sulle riaperture in base alla certezza sull’arrivo dei vaccini”, è la posizione dei governatori. Un tema su cui insiste soprattutto la Lega, con i presidenti di Regione del Carroccio che chiedono di inserire nel prossimo decreto delle clausole per ripristinare le zone gialle dove i numeri dei contagi Covid lo consentano. In più, sono state chieste “indicazioni scientifiche sul rischio che comporterebbero alcune riaperture come quelle di teatri o ristoranti“. “Lavoriamo insieme per recuperare il ‘gusto del futuro’. Cominciamo a riprogrammare le nostre aperture, le manifestazioni, le fiere, i matrimoni“, ha detto il vice presidente della Conferenza delle Regioni, Giovanni Toti.

Draghi, tornando proprio su quando detto in Parlamento, ha ribadito che “soltanto attraverso un sincero rapporto di collaborazione tra Stato e Regioni si riuscirà a vincere questa battaglia”. Il presidente del Consiglio ha quindi sottolineato che gli obiettivi prefissati per aprile e maggio, in riferimento alle forniture di vaccini e al numero delle vaccinazioni, pari al mezzo milione di vaccinati al giorno, “non sembrano più così lontani“. Vaccini e riaperture quindi devono andare di pari passo: “Occorre uscire da questa situazione di inattività. Sono certo che, tutti insieme , raggiungeremo qualunque obiettivo. Questa è la mia certezza, non è una speranza né un pronostico”, ha aggiunto Draghi. Che sulla richiesta delle Regioni di incrementare il personale sanitario dedicato alla campagna di vaccinazione ha aggiunto: “Lo Stato farà di tutto per rispondere alle esigenze delle Regioni”. “Questo è l’atteggiamento del governo: aiutarvi a raggiungere gli obiettivi che sono di tutti noi”, ha concludo il presidente del Consiglio.