Politica

L’Italia ingrata vota a favore delle sanzioni contro Cuba: uno schiaffo in faccia

Non più tardi di un anno fa l’Italia fu beneficata dall’arrivo di una missione medica cubana che, a rischio della vita dei suoi componenti, medici e infermieri, recò importante e vitale soccorso a Crema e Torino, due centri particolarmente colpiti dalla pandemia che, allora come oggi, infuriava mietendo vittime. I sanitari cubani, appartenenti alla benemerita brigata “Henry Reeve” giunsero in Italia su esplicita richiesta delle Regioni colpite, Lombardia e Piemonte e col beneplacito tacito ovviamente del governo italiano e del ministro, il “sinistro” Speranza.

Dobbiamo dire che non trovammo, all’epoca né in seguito, grandi manifestazioni di gratitudine da parte delle istituzioni italiane, fatta eccezione forse per la sindaca di Crema. Tutto questo mentre i nostri alleati storici, dagli Stati Uniti, all’epoca ancora governati da Trump, alla Germania, ad altri Paesi dell’Unione europea e a quest’ultima in quanto istituzione, brillavano per la loro assenza e se ne infischiavano bellamente dei tormenti del popolo italiano, allora in prima fila nel subire i colpi del Covid.

Un anno o giù di lì è passato, e il governo italiano ha avuto modo di fare ancora una volta mostra della cialtronaggine e inaffidabilità che, a detta di detrattori forse non del tutto privi di una qualche ragione, fanno parte del nostro carattere nazionale. L’occasione è stata data dalla votazione in seno al Consiglio dei diritti umani, laddove era in discussione una risoluzione, ben motivata giuridicamente dal punto di vista del diritto internazionale, che rilevava un’assoluta ovvietà, e cioè il pesante impatto negativo che le sanzioni, ovvero, con termine più tecnico, le misure coercitive unilaterali hanno sui diritti umani.

Sono misure contrarie a numerose norme del diritto internazionale, dato che costituiscono lo strumento col quale gli Stati economicamente più forti vorrebbero piegare ai loro voleri gli Stati recalcitranti che si ostinano a voler avere una politica estera ed interna autonoma dalle loro indicazioni. Sono l’altra faccia dei bombardamenti e degli interventi armati. Confliggono in modo frontale con una concezione, l’unica ammissibile, del diritto internazionale come rapporto tra enti pari-ordinati che cooperano in buona fede per il raggiungimento di finalità comuni. Una concezione sempre più necessaria nell’attuale contesto internazionale segnato da sfide globali, dalla pandemia all’ambiente, dalla povertà alle migrazioni, che possono essere affrontate e vinte solo con un impegno comune di tutti gli Stati.

Nulla di più alieno alle anacronistiche vedute del governo Draghi, che in nome di un becero atlantismo fuori dal tempo ha imposto ai suoi rappresentanti a Ginevra presso il detto Consiglio dei diritti umani di votare contro la risoluzione in questione. Una risoluzione che invece andava approvata venendo incontro agli auspici di chiunque, da Papa Francesco al Segretario delle Nazioni Unite Guterres, ha chiesto con forza di sospendere le sanzioni quantomeno finché dura la pandemia.

Uno schiaffo in faccia agli Stati come Cuba che, pur colpiti oramai da oltre sessant’anni di bloqueo, hanno la forza di combattere il Covid non solo a casa propria ma nel mondo intero, producendo vaccini efficaci che saranno messi a disposizione della comunità internazionale e inviando ovunque le proprie brigate mediche. Uno schiaffo in faccia al popolo venezolano che vuole la pace ed è stanco delle continue intromissioni delle potenze imperiali interessate solo al suo petrolio e alle altre sue risorse.

Ovviamente la risoluzione è stata approvata a larga maggioranza nonostante l’opposizione dell’Italia e degli altri tristi rappresentanti delle oligarchie occidentali al tramonto. A noi italiani resta però la vergogna di questo voto infame, del quale dobbiamo ringraziare il governo Draghi, sostenuto da un arco di forze eccezionalmente vasto, da Speranza a Salvini, quanto povero di idee e gravemente manchevole di quella dignità e quella riconoscenza che dovrebbero caratterizzare, oltre alle persone, anche gli Stati.

E intanto le vaccinazioni vanno a rilento perché gli “alleati” più facoltosi di noi, dagli Stati Uniti, al Regno Unito ad Israele, si sono accaparrati le limitate quantità di vaccini messe a disposizione delle multinazionali attente solo ai loro profitti garantiti dallo scudo dei brevetti che impedisce a molti, anche da noi, di produrli autonomamente. La disumanità e disonestà dei governi felloni si ritorce, come sempre accade, anche contro le popolazioni che hanno la disgrazia di essere loro sottoposte.