YouTube ha cancellato “definitivamente” il canale ByoBlu di Claudio Messora, al quale erano iscritti mezzo milione di utenti e che in 14 anni di attività aveva pubblicato online circa duemila video, che includevano “interviste a scienziati, ricercatori, politologi, giornalisti”. Il tg su YouTube di ByoBlu24, sempre legato alla testata giornalistica di Messora – registrata al Tribunale di Milano e edita da Byoblu Edizioni Srls – ha inoltre precisato che la notizia della cancellazione è arrivata “con una mail” all’interno della quale la piattaforma video spiega che all’origine dell’oscuramento ci sarebbe la presenza sul canale di un’intervista “al panafricanista Mohamed Konare“.
Il senatore Gianluigi Paragone (ItalExit) ha annunciato un’interrogazione parlamentare sul caso e accusato YouTube di essere un “padrone feudale”, mentre al canale ha manifestato solidarietà anche il magistrato Angelo Giorgianni. Non è però la prima volta che l’account di Claudio Messora viene “sanzionato” da YouTube: l’ultima volta è stata a gennaio, quando era stato limitato per una settimana a causa di un servizio in cui si metteva in dubbio l’efficacia del vaccino Pfizer contro il Covid-19, riprendendo un editoriale del British Medical Journal in cui Peter Doshi riportava le sue perplessità sul farmaco.
Ora, spiega ByoBlu in un post inviato anche via newsletter, la “sfida” è quella di acquistare un canale nazionale sul digitale terrestre “a un prezzo molto al di sotto del valore di mercato. Servono poco meno di 150 mila euro, e poi Byoblu e DavveroTV entreranno nelle case di tutti gli italiani, dalla Sicilia alla Valle d’Aosta. Bisogna raggiungere questa cifra entro il 10 aprile. Se ci state, se accettate la sfida, fate la vostra donazione ed entriamo, tutti insieme, nella storia, dalla porta principale”.
Le rimozioni e il canale sul digitale terrestre – Nello stesso post in cui viene lanciato il crowdfunding per il canale sul digitale terrestre, si ricorda che a dicembre YouTube ha “oscurato le riprese di una manifestazione di piazza, a Cesena, che non erano state neanche pubblicate! Erano state caricate per valutazione interna e il titolo era “non pubblicare””. Poi viene elencato il servizio legato all’editorialista del British Medical Journal e si ricorda anche la rimozione di “un’intervista realizzata cinque mesi prima a un Senior Scientist dell’Università di Siena, solo perché parlava della Vitamina C. Poi hanno rimosso un altro spezzone di una manifestazione di piazza, questa volta a Milano, anche questa non destinata alla pubblicazione e non pubblicata. Immediatamente dopo ci hanno demonetizzato il canale e hanno rimosso quasi 5 mila abbonati legittimamente conquistati. Oggi, infine, non trovando di meglio cui attaccarsi, hanno rimosso un video dello scorso settembre 2020, realizzato nel corso di un’altra manifestazione di piazza, in cui parlava l’attivista panafricano Mohamed Konare. Era lì da quasi sette mesi, coperto dal suo bravo diritto di cronaca: a chi poteva dare fastidio? Ha senso chiudere un canale sette mesi dopo, o non si tratta piuttosto di una persecuzione feroce verso una testata regolarmente registrata in tribunale rea di non seguire la linea editoriale dettata da altri?”.
E per continuare a pubblicare liberamente contenuti, Byoblu chiede dunque ai suoi sostenitori di unirsi per l’acquisto di un canale sul digitale terrestre. “Parliamo di circa 120 mila euro più iva – si legge, in riferimento alla cifra necessaria per l’acquisizione -. Trasmettere potrebbe costarci, ogni mese, circa 30 mila euro, che se ci pensate è poco meno del doppio rispetto a quanto non ci costi adesso erogare il segnale in sole cinque regioni. La diffusione del segnale, essendo su scala nazionale, sarebbe più stabile e più capillare. La decisione va presa entro i primissimi giorni di aprile”. “Se riusciremo a raggiungere la cifra necessaria entro il 10 aprile – si legge ancora -, compreremo il canale unico nazionale ed entro i 15 giorni successivi inizieremo a trasmettere in tutte le case. Diversamente valuteremo il da farsi, tutti insieme, come una grande famiglia. La famiglia dei cittadini ancora liberi, che liberi vogliono restare”. Intanto, in tre ore, l’appello ha portato alla raccolta di oltre 30mila euro.