“Ho parlato con Ruggero, gli ho mandato i dati. E Ruggero dice che sono troppi. Quindi li abbasso a 285”. “285 va bene”. A sostenere di aver parlato con Ruggero Razza, l’ormai ex assessore della Salute siciliana, che si è dimesso dopo essere finito nell’inchiesta sui dati Covid modificati, è Maria Letizia Di Liberti, dirigente della Regione. A risponderle, invece, è Renato Costa, commissario straordinario per l’emergenza Covid a Palermo. Già segretario regionale della Cgil Fp Medici, Costa è stato per anni una figura di riferimento nel mondo della sanità siciliana: oggi è finito nelle intercettazioni dei carabinieri dei Nas. Nell’inchiesta della procura di Trapani non è indagato, ma secondo la gip Caterina Brignone, risulta però “consapevole della prassi di ‘diluire’ i dati dei contagi e disposto, a fronte dell’avallo dell’assessore Razza, a concordare con essa, fornendo così un contributo morale decisivo”.
Allo stato Costa non risulta indagato, ma l’inchiesta ora si sposterà adesso da Trapani a Palermo. È infatti la procura palermitana ad essere competente per territorio. I pm di Trapani hanno agito solo d’urgenza, per frenare le posizioni più gravi, ma adesso le carte verranno trasmesse nel capoluogo, la cui procura ha già condiviso i passi fatti finora da quella trapanese come spiegato al fattoquotidiano.it da Maurizio Agnello, procuratore facente funzioni di Trapani.
Sono due le intercettazioni che vedono protagonista il commissario Covid di Palermo, e risalgono solo al 15 marzo scorso, quando il capoluogo siciliano dovrebbe diventare zona rossa. Un rischio poi scongiurato dal “ritocco”, stando a quanto ricostruito dalla procura di Trapani. A telefonare, alle 14 e 30, è Di Liberti, che chiede: “I tuoi te l’hanno detto quanti positivi abbiamo oggi? Eh..”. “Ancora no, alle 16 me lo dicono”, risponde Costa. “E te lo dico io… li hanno già estratti, abbiamo 355 positivi Palermo e Provincia! Di cui 265 sono da Francesca… (laboratorio Crcq di Palermo di è direttore Francesca Guadio, ndr) perché penso siano quelli Fiera e quant’altro”.”Ma si mah..”. “Il dato coincide con il tuo gruppo di lavoro”. “Certo”.” Eh… ma diventa un problema serio“. Il commissario cerca di capire quali siano i quartieri con maggiore incidenza: “Ma Zen… Zen e Arenella”. Di Liberti è allarmata: “Diventa un problema serio, ma lo capisci che oggi abbiamo 500 casi e 355 solo a Palermo?”. Costa allarga le braccia: “Eh, ma gioia mia io più di darti i dati… io gli ho chiesto alla Prefettura di fare esattamente quello che avrebbero dovuto fare.. cioè di… di mettere lo Zen sotto osservazione, loro l’unica cosa che sono riusciti a fare, tra Sindaco, Questore e Prefetto fu quello che non fanno fare i mercatini rionali! Ora questo aumento così è dovuto al fatto che tra ieri e l’altro ieri, noi abbiamo il “contact tracing” di tutti questi soggetti positivi per cui abbiamo riversato una tonnellata di tamponi a Francesca per questo c’è questo dato”.
Di Liberti spiega quale potrebbe essere la soluzione: “Quindi c’è un incremento… cioè, ma quando è così, dico…una delle cose che si può fare è di diluirli in 2 giorni. Perché tutti in una sola giornata…355 sono un numero esageratissimo!”. Costa risponde: “Li vuoi dividere? Li vuoi dividere… dividili!”. La dirigente indagata spiega che farà una semplice sottrazione: “No, ce ne puoi togliere 60. Ne togliamo 65.. li lasciamo a 290, visto che sono quelli di 2 giorni.. ma i 65 glieli mettiamo domani! Oppure niente… lasciamo questi e valutiamo, quello che viene viene!”. Il commissario Covid preferirebbe questa seconda ipotesi, quella che non prevede trucchi: “Io lascerei questi Letizia.. ti dico la verità. Lasciamoli così, lasciamoli così i numeri, gioia mia…”.
Passano tre quarti d’ora e Di Liberto richiama il commissario:”Ho parlato con Ruggero, gli ho mandato i dati. E Ruggero dice che sono troppi, c’è il problema della domenica e di non darli tutti”. Costa risponde: “Va bene”. “Di spostarli a domani un poco… ma te lo devo dire però, perché altrimenti…”. Il commissario sembra cedere: “Va bene, gioia mia, certo”. “Ora per mi vado a quadrare i laboratori, ah! Perché io voglio capire…”. Poco più avanti nella conversazione, la dirigente riprende: “Quindi li abbasso a 285!“. Costa risponde: “285 va bene”. “E domaniii… o 295… comunque là siamo … e domani”. Nelle carte dell’inchiesta è allegato il comunicato della Regione con i numeri dei contagi: il 15 marzo a Palermo sono stati registrati 295 positivi. Sessanta in meno rispetto ai numeri ufficiali citati nelle conversazioni: esattamente come diceva la dirigente finita ai domiciliari.