Dal distretto industriale green di Taranto e Brindisi fino alla mobilità a emissioni zero in Pianura Padana e nei capoluoghi di provincia. Senza dimenticare anche la bonifica di Terra dei fuochi, Valle del Sacco, Val d’Agri, Gela e delle falde inquinate da Pfas. Sono queste alcune delle dieci grandi opere individuate da Legambiente per investire nella green economy una volta chiusa la crisi sanitaria Covid. In vista degli investimenti finanziati dal Recovery Plan, destinati anche allo sviluppo dell’economia che rispetta l’ambiente, l’associazione ha dunque pensato a una serie di “opere faro” per l’Italia da lanciare nel post pandemia.
Vanno da Nord a Sud e includono anche la costruzione di parchi eolici off-shore nel canale di Sicilia, in Sardegna e in Adriatico. Spazio anche alla riduzione del rischio idrogeologico in Campania, Calabria e Sicilia, agli impianti dell’economia circolare nel centro sud e alla connessione ecologica, digitale e cicloturistica dell’Appennino. Infine inserite tra le priorità ambientali anche la ricostruzione innovativa delle aree terremotate del centro Italia, le infrastrutture ferroviarie per Calabria e Sicilia e lo sviluppo del biologico e dell’agroecologia sulle Alpi, negli Appennini e nelle aree rurali attraverso la creazione di biodistretti.
Intanto, sul fronte politico, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha posto l’accento sulla necessità di riformare e velocizzare le procedure autorizzative delle opere, e anche Di Maio ha sottolineato come “le sensibilità ambientali si sono rafforzate ed estese”. Soddisfatta la ministra per il Sud e la coesione territoriale Mara Carfagna , che in un messaggio inviato al convegno di Legambiente, ha spiegato che all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza “nell’ambito della Missione 2, quella specificatamente dedicata alla ‘Rivoluzione Verde’, andranno al Sud il 48 per cento dei fondi per l’Agricoltura Sostenibile; il 60 per cento di quelli per i progetti di sperimentazione sull’idrogeno; il 50 per cento di quelli per il Trasporto Urbano Sostenibile, il 34 per cento dei finanziamenti per l’efficientamento degli edifici pubblici e il 47 per cento del capitolo Tutela del Territorio”. Il Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho lancia però l’allarme sul rischio che le mafie si infiltrino anche nelle opere per il green.