Grosse aziende italiane tra le più penalizzate a causa della scarsa presenza nel web e nell'elettronica. Tiene l'occupazione che a livello globale cresce di quasi l'1% ma in Italia si contrae del 4%. Le multinazionali cinesi conquistano terreno
Più che un crollo un ribilanciamento. Il 2020 non è stato nel complesso disastroso per le grandi multinazionali del globo. Come si legge nel rapporto dell’area studi di Mediobanca c’è anche che ha archiviato l’anno della pandemia con una crescita a doppia cifra. Due gli elementi che hanno diviso il mondo delle grande aziende tra vittime e vincitori: settore e presenza in Asia e soprattutto Cina. Qui infatti sono stati già da tempo recuperati i livelli di attività economica e consumi pre-pandemia. Chi vende molto qui si è lasciato la crisi alle spalle da un bel po’. Nulla di nuovo sui settori. Hanno pagato dazio soprattutto le industrie petrolifere, con ricavi diminuiti di un terzo rispetto all’anno prima, poi i gruppi automobilistici (-12%), la moda (-17%). Viceversa sono cresciute vigorosamente le multinazionali legate al web (+ 19,5%), la grande distribuzione (+ 8,5%), l’alimentare (+ 7,9%), elettronica (+ 5,4%) e farmaceutica (+ 3%). Nel complesso il giro d’affari delle prime 200 multinazionali globali è calato del 3%. A livello geografico le multinazionali cinesi hanno accresciuto i ricavi dell’11%. Le più colpite sono invece le europee: -14% con le italiane che accusano addirittura un – 29% a causa dell’assenza in settori trainanti come web ed elettronica.
L’andamento delle capitalizzazioni (il valore in borsa di una società) riflette gioco forza queste dinamiche. Sale in media del 37% quella delle aziende web e del 41% quella dei colossi dell’elettronica. Giù invece soprattutto i gruppi petroliferi (-14%) e i costruttori di aerei (- 25%). Fa eccezione l’auto che nonostante i cali di fatturato cresce nel suo valore di borsa. L’anno è stato comunque caratterizzato da importanti operazioni di aggregazione (Stellantis) e da ambiziosi piani di rilancio per quello che rimane un settore protagonista di una fase di rinnovamento tecnologico. Gli investimenti sono saliti del 32% nelle multinazionali del web e del 10% nella farmaceutica. Calo del 25% nell’industria petrolifera. Per ora, sempre a livello di grandi gruppi, l’impatto occupazionale della pandemia sembra modesto. Gli occupati sono anzi aumentati nel complesso dell’1,5% ,rispetto al 2019 trainati da organici in crescita del 30% nell’universo web. Tra le multinazionali europee il personale si è contratto dello 0,9%, per le sole italiane del 4%.