Il gruppo Moby ha presentato ieri sera al Tribunale di Milano il piano di concordato in continuità. In sostanza un tentativo di accordo con i creditori del gruppo oberato da debiti per quasi mezzo miliardo di euro che consenta alla compagnia di navigazione di continuare l’attività salvaguardando i livelli occupazionali (circa 6mila persone considerato anche l’indotto). La società della famiglia Onorato ha circa 160 milioni nei confronti del sistema bancario, Unicredit in testa. Altri 300 milioni sotto forma di obbligazioni, ormai in gran parte in mano a fondi speculativi.
La nota dell’azienda sottolinea che “il piano, pur prevedendo la vendita di alcuni asset (si parla di 4 navi e dei rimorchiatori), si basa sulla continuità aziendale, sul mantenimento dei posti di lavoro e delle rotte in essere, anche in considerazione dei positivi risultati registrati nell’ultimo anno e del previsto arrivo di due nuovi traghetti Ro-Pax in costruzione con la capacità di 2500 passeggeri e di 3750 metri lineari di merci ciascuno. Il gruppo ha chiuso il 2019 con perdite per quasi 200 milioni anche a causa degli oltre 34 milioni pagati per gli interessi sui debiti. Il nuovo piano dovrebbe ricevere semaforo verde dalle banche creditrici, più incerta la risposta degli obbligazionisti.
Compagnia Italiana Navigazione, e quindi Tirrenia, divisione del gruppo Onorato, conferma l’intenzione di presentare un piano di ristrutturazione “anche alla luce degli accordi già sottoscritti con circa il 95 per cento dei fornitori e grazie alla partnership con l’investitore Europa Investimenti/Arrow”. Il deposito dell’istanza è stato rinviato di alcuni giorni per concludere le trattative con Tirrenia in AS”. “Il Gruppo prosegue, quindi, nel percorso di superamento della crisi, provocata dall’attacco subito da un gruppo di obbligazionisti che avevano presentato un’istanza di fallimento, poi rigettata dal Tribunale di Milano, nel settembre 2019, e poi aggravatasi per le conseguenze sul settore dei trasporti della pandemia in atto”, viene spiegato.
Nel piano di ricostituzione del debito e quindi domanda in continuità “parrebbe siano contenute tutte quelle clausole che porterebbero, nell’arco di poco tempo, al superamento di una situazione di incertezza che dura oramai da troppo tempo”. Così il segretario generale della Fit Cgil Sardegna Arnaldo Boeddu commenta gli ultimi svilippi sulla compagnia di navigazione. “Qualsiasi decisione verrà assunta da parte del Tribunale speriamo tenga nel dovuto conto il mantenimento dei livelli occupazionali e di reddito fino ad ora espressi, così come la continuità sui collegamenti fondamentali per consentire alle persone di poter programmare per tempo gli spostamenti e agli imprenditori di poter programmare con certezza gli imbarchi e gli arrivi delle merci”.