“Riapriamo i teatri!”. L’appello di Monica Guerritore si sta facendo sentire. Dopo la pubblicazione sul Fatto Quotidiano di giovedì 25 marzo 2021, la lucida e costruttiva analisi dell’attrice romana, in questi giorni su Sky nei panni della madre di Francesco Totti in Speravo de morì prima, è diventata motivo di discussione non più solo tra gli addetti ai lavori ma materia di riflessione tra ministero della cultura e presidenza del consiglio. Guerritore esordisce sostenendo che “non sappiamo quando riapriranno i teatri, ma sappiamo che dobbiamo lavorare da ora sul come riaprirà la “fabbrica di materia umana” che è il Teatro”. Il teatro, spiega, “è azione, non un luogo, ma a questa azione che si fa strumento di riflessione servono i luoghi”. Guerritore fa capire che l’appello non è soltanto un modo di uscire dalle mortifere secche della pandemia di Covid19, ma anche un tentativo di ri-costruire una rete robusta di sostegno al sistema teatrale oltre “un respiratore d’emergenza, che eroga ossigeno quel tanto che basta per non farci morire, perché, dicono, “sarebbe disdicevole, in fondo è Cultura”. “Dobbiamo pensare a un nuovo Eti (Ente teatrale italiano), creato in collaborazione con soggetti strategici (ministeri, enti locali, Fai, Anci), dando corpo così all’appello del Presidente Mattarella quando parla della “Città Italia” – propone Guerritore – Le produzioni potranno contare su una rete distributiva che, sulla quantità, recuperi la spesa iniziale e generi giornate lavorative, certezza di impegno per attori, tecnici e trasportatori e margine di guadagno. Al contempo, salvaguardando la lingua italiana, aiutando la gestione dei teatri storici destinati altrimenti a chiusura. Chiediamo che questa rete sia considerata una terza vera infrastruttura sociale, al pari di scuola e sanità”. Nel ragionamento dell’attrice romana il teatro deve però anche “ritornare al centro della narrazione audiovisiva, attraverso la ripresa in forma cinematografica”, cioè entrare nel mercato audiovisivo tout-court, diventando contenuto che crea indotto e ricavo “come nelle altre forme artistiche più facilmente riproducibili come musica e danza, e per fare questo serve la Rai, il servizio pubblico”. Guerritore ricorda come storicamente il teatro sia stato la premessa della forma cinematografica: “Il cinema e tutte le lunghe serialità di oggi (israeliane, americane, svedesi) devono tutto al Teatro di regia europeo. Dunque, l’infrastruttura sociale (la rete nazionale dei teatri) e l’apertura alla ripresa in forma cinematografica per il mercato audiovisivo sono la risposta costruttiva alla crisi, mettono al lavoro tutta la filiera teatrale fatta di piccole e medie imprese”. Si tratta quindi dello stravolgimento del vecchio paradigma del “teatro luogo chiuso” in “Teatro respiro dell’Uomo, a disposizione della scuola (lasciamo i teatri aperti al mattino per materie in cui noi possiamo aiutare il corpo docenti), delle persone che soffrono (ospedali/istituti penitenziari), delle università”. Infine il rilancio concreto per l’estate con un appello a Draghi: “Il Presidente Draghi vuole dare una risposta alle imprese e ai lavoratori? Ci siamo anche noi. Metteteci in condizione di fare il nostro mestiere che tanto bene fa a tutti. È una Costituente quella che stiamo portando avanti, e risponde alla chiamata di partecipare alla ricostruzione del Paese. Cominciamo da questa estate… Siamo fermi da troppo tempo. Su tutto il territorio ci sono meravigliose arene. Alle 18 e alle 21: da Sofocle a Plauto e Apuleio, commedie greche e latine in ogni teatro all’aperto. Noi ci siamo”. A questo link la petizione lanciata da Monica Guerritore e diretta al Presidente Sergio Mattarella.
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